Pg:Rec | Venetian Dialect | | Standard Italian |
1:1 | Aa? che? | |
che cosa? come? |
2:64 | A ti ! - a ti canela ! | |
guarda un po ! che ti pare? - interiezione ed interrogazione, di compiacenza o di dispiacere, secondo i casi. |
2:69 | Abassamento dei muri d'una camera | |
basamento dipinto, ornamento che finisce alla base, da piede. |
2:70 | Abito - che pianze adosso | |
che non fa appariscenza. |
3:135 | Altro - no ti xe bon da altro che da... | |
non sei da altro che da... non riesci ad altro che ad... |
4:153 | Amolo che amolo ! | |
che pezzo ! |
4:155 | Ana | |
Anna, Don Ana che spassiza per el portego - la fame si fa sentire - equivale a: la sbate. |
6:261 | Anema Dio ghe daga ben ala so anema ! | |
Che Dio lo benedica ! (anche iron.) |
6:277 | Apetito | |
che el Signor te conserva la vita, perchè l'apetito no te manca - modo popolare equivale a : ti xe una bona posada, sei un forte mangiatore. |
6:305 | Arlotti | |
così si denominavano le maniche amplissime delle vesti, che giungevano fino a terra. |
7:349 | Avanti - avanti che i me ciapi ghe vorà un bel toco | |
prima che mi raggiunga avrai da sudare. |
8:379 | Bacalà | |
baccalà, baccalare (asellus o nasello :gadus morhua) la cui qualità migliore chiamasi volgarmente ragno - Merluzzo o nasello (gadus merluccius) è un'altra specie di baccalà più piccolo proveniente dai mari del Nord, pure disseccato - Stochfis - stoccafisso o pesce bastone, così si chiamano la morhua e il gadus merluccius ora accennati. Oltre alle suddette due specie vengono pure preparati e mangiati sotto lo stesso nome i pesci detti da noi :lovo molo e mormora, raccolti in mari, dove si trovano di grandezza molto maggiore che da noi. - Bertagnin è un merluzzo di varia grandezza ma più di sovente piccolo, disseccato e salato. |
9:459 | Baosete | |
(far) far bau bau o baco baco, con intenzione scherzosa ai bambini, coprendosi e scoprendosi il volto, nell'atto che si pronunzia bao, poi sete. |
10:462 | Barababao o babao | |
babao o babau demonio - voce scherzosa che incute o che si vorrebbe incutesse paura ai bambini. |
11:550 | Batipalo | |
Il bracciante tirando una lunga corda, da cui pende un grosso maglio, e poi lasciandola cadere di peso sul palo che vuol piantare sull'acqua, accompagna per conservarlo, all'unissono il movimento col ritmo della cantilena: batipalo eh! la quale si ripete ad ogni caduta regolata dal maglio sul palo. |
12:559 | Bauta | |
veste da camera formata di un terraiuolo nero di seta o d'un mantellino di seta nera che dal capo scendono sulle spalle; usato dai nobili nel sec. 17° e 18° come abito di ripiego nelle uscite in pubblico. |
13:628 | Biasio luganegher | |
Costui secondo una nota leggenda veneziana era un pizzicagnolo che ammaniva lo sguazzetto (v. sguazzeto) colle membra dei bambini rubate notte tempo. |
13:645 | Bisantini | |
rotellina o piastrella d'oro o d'orpello, detti anche lustrini che si usano anticamento d'alcune vesti : trassero il nome da Bisanzio. |
14:655 | Bisinela! | |
(ironico) bagatella! finocchi che bisinela! che tantin! |
14:663 | Bissona | |
barca ad otto remi artisticamente e riccamente addobbata che s'ammira nei pubblici cortei o ricevimenti e specialmente nelle regate; lunga 36 piedi veneti. |
15:702 | Boger: tuti sa quel che boge nela so pignata | |
ognuno sa ciò che bolle nella sua pentola. Ognun sa dove la scarpa lo stringe. |
15:705 | Bogiazza | |
bollichio, bollicamente d'un fluido molle come cosa che bolle: si dice anche del catarro che non può espettorarsi. |
15:713 | Bola (esser de quei dela) | |
esseri che sembrano immuni da mali in genere. |
15:719 | Bombarda | |
antica barca veneziana da guerra, a vele od a remi, di mole non grande ma robusta che portava una bombarda. |
15:724 | Bona: ti ga de bona che... | |
buon per te che... |
15:726 | Bonagrazia | |
festone o talvolta palchetto od asse incorniciato o colorato da cui pende la cortina che serve d'ornamento alla finestra - v. Tonin. |
16:759 | Boteri | |
arte istituita a Venezia sulla fine del 1200 che aveva Scuola di rimpetto la chiesa dei Crociferi, ai Gesuiti - denominazione di una calle a S. Cassiano dove stanziavano molti costruttori di botti. |
16:765 | Botonada | |
nel signif. di rimprovero pungente, non in quello ital. di bottonatura che corrisponde invece a |
16:781 | Braghiero | |
fig. dicesi d'uomo che è d'impaccio a sè ed agli altri - esser pien de braghieri - aver mille brighe, fastidi (v. bibia e meia) |
17:804 | Bricola | |
palafitta che emerge dall'acqua o gruppo di pali per segnare la via acquea; - non nel signif. ital. di briccola. |
19:905 | Bufi | |
nel signif. di sgonfietti che ornano alcune vesti muliebri. |
19:926 | Burcielo | |
più piccolo della burciela e che serviva specialmente per trasporto di passeggieri tra Padova e Venezia. |
19:927 | Burcier | |
burchiaio - che voga sul burchio. |
19:935 | Busa del leto | |
covolo, avvallamento che si fa nel letto giacendovi. |
20:947 | Busia dele onge | |
pipita: squammetta secca che si solleva dalla cute alla base delle unghie. |
21:995 | Caco: robe che se usava ai tempi di Marco Caco; | |
cose che si usavano anticamente. |
21:1000 | Caena: meter le barche in caena | |
specie di punizione che s'infligge dall'autorità comunale ad un gondoliere o barcaiuolo, la quale consiste nel tener incatenata la barca per un certo tempo a sospensione del servizio. |
22:1043 | Calera | |
donna che vive nelle calli, ciammengola, triviale e ciarliera. |
24:1145 | Cantar de l'anara, dele rane, dei corvi, dei rospi | |
gracidare (che è proprio anche della gallina dell'oca e d'altri uccelli presi da stizza, da spavento (Fanf.) |
24:1175 | Cantinela | |
asse sottile che serve a coprire, con altri, le impalcature. |
25:1215 | Capelina | |
signora che porta il cappello, così talvolta indicata con tono ironico di disprezzo o di ridicolo. |
25:1224 | Capèlo: ciamar al capelo | |
frase dell'antico governo veneto che significava chiamare i votanti all'estrazione delle palle d'oro per poter procedere alle cariche v. baia |
25:1228 | Capo de contrada | |
guardia che fino al 1866 fu dal governo austriaco preposto a far osservare regolamenti di pulizia urbana e ad invigilare sulla quiete della propria contrada o parrocchia. |
27:1319 | Casolin | |
biadajuolo di campagna (che vende cacio ed altre cose). |
28:1367 | Cavaleto ponte, (albergo del) | |
località fra Piazza di S. Marco e San Gallo, dove si crede che sostassero col loro cavallo persone arrivate nel centro di Venezia. |
28:1369 | Cavalieri de la stola d'oro | |
detti così i patrizii dichiarati cavalieri dal Senato, dal Maggior Consiglio o da stati esteri, che portavano per distintivo una stola d'oro pendente dalle spalle nelle solenni comparse e, di panno nero orlato d'oro, ordinariamente |
29:1380 | Cavana | |
specie di basso portico che s'interna in un edificio sull'acqua, che serve a riparo delle barche; sito in cui staziona la gondola ai traghetti. |
29:1382 | Cavanela: esser de quei dola cavanela | |
essere di coloro che hanno l'abitudine di piluccare, che traggono con astuzia guadagno da qualcuno. |
29:1422 | Che so mi! | |
Che ne so io! |
30:1469 | Ciapo | |
allacciatura fatta in modo che mai si allunghi o si restringa; serve per legare un palo, od altro. |
31:1542 | Codega | |
servo che di notte portava il lume ai padroni precedendoli per via |
32:1561 | Cola de formagio o da marangoni | |
è una certa colla che fanno i legnajuoli con cacio, acqua di calce viva e con altre materie per unire fortemente pezzi di legno o d'altro |
32:1562 | Cola de pesce | |
ittiocolla o specie di colla che si estrae da alcune parti di varii pesci e più spesso dal colpesce e dallo storione |
32:1568 | Colarina | |
nel signif. di: cravatta o corvatta. fazzoletto, striscia o simile pezzo di drappo che si aggiusta intorno al solino della camicia. |
32:1578 | Colomba: scavezzo in colomba | |
dicesi di persona mal formata, di corpo difettoso e che si piega e si dimena nel camminare. |
32:1591 | Comare | |
mammana, levatrice - madrina che tiene a battesimo od a cresima un fanciullo - la moglie del compare - amica, compagna - v. compare. |
33:1620 | Consegio (Magior) | |
corpo sovrano della Repubblica formato di tutti i patrizii, che eleggeva a tutte le magistrature, formulava leggi ecc. |
33:1622 | Consegio dei Quaranta | |
così detti dal numero che li componeva, formavano parte importante della magistratura giudiziaria |
34:1653 | Copin | |
capocollo del maiale che si prepara in modo speciale, condito con sale e droghe. |
34:1665 | Corda: dar la corda | |
fig.: tenere alcuno sulla fune: a parole, senza venire a quel che importa. |
35:1697 | Cortelo che tagia quelo ch'el vede | |
che taglia come cuce. |
35:1699 | Cospeton (o scopeton) (27) | |
aringa senza uova e senza latte, conciata in salamoja, che a noi perviene stivata in barili come le sardelle - v. renga. |
35:1705 | Cosseto: che bel cosseto! | |
che bel naccherino! mingherlino, grazioso. |
35:1726 | Cotoleta (fig.) | |
l'uomo che avvicina con predilezione le donne - donnaiolo. |
35:1741 | Crecola | |
strumento di legno (adoperato per gioco dai fanciulli), che contiene una linguetta metallica la quale, strofinata intorno ad una ruota dentata girante, produce un suono simile al canto della crecola. |
36:1756 | Crognolo | |
nel successivo: sporgenza dell'articolazione ossea della mano fra il metatarso e il dito, che si osserva traverso la pelle stringendo il pugno |
39:1960 | Decgrazia | |
grazie al Cielo! Che ringrazi il Cielo! Può essere contento! - corrispondendo al deogratias ultima frase della Messa, deo grazia, si usa come esclamazione che esprime chi è soddisfatto d'aver bene e finalmente compiuta qualche azione od impresa. |
42:2087 | Diluvio da osei | |
diluvio da caccia, (specie di vasta rete che ha nel mezzo un sacco in cui si fanno cadere gli uccelli, specialmente le passere mattugie) (seleghete megiarole). |
42:2104 | Dir: Cossa diavolo diselo?! | |
che armeggia costui?! e che dice? |
42:2105 | Dir: dar da dir | |
dar che dire |
42:2113 | Discorso: discorsi dela zente | |
voci che corrono - v. anche dito. |
42:2119 | Dito: l'è un dito | |
è un'idea invalsa, un'opinione che corre, un modo di dire (affermazione recisa del nostro popolo quando non può spiegarsi di più) |
42:2120 | Dito: star al dito | |
a detta d'alcuno, a ciò che dicono altri. |
43:2134 | Domeneghin | |
(sost. masch. o femm.) dicesi di chi non esce di casa o non frequenta pubblici ritrovi che di domenica. |
44:2177 | Ducato | |
ducato, battuto per la prima volta nel 1661 - moneta che durante la Repubblica Veneta si distingueva dal « ducato corrente» - perchè il ducato effettivo o d'argento del peso di carati 109, grani uno valeva lire otto e il «corrente» lire sei e soldi quattro. «Il ducato di banco» era moneta ideale e valeva lire una e soldi dodici e il «ducato da olio» lire sei e soldi diciannove. C'era anche il 1/2 e 1/4 (G. Boerio). |
44:2180 | Durar - cosa che dura tre dì co geri l'altro | |
che ha una durata effimera. |
44:2213 | Esser al can, a remengo. in boleto, sul cao dela malora, su un ponte, tegnirse al stendardo de mezo, in Candia (28) | |
sono espressioni che equivalgono a: esser povero in canna, abbruciato di denaro, spiantato nelle barbe, alle macine: aver fatto spiano |
45:2225 | Esser siestu benedeto! | |
Che tu sia benedetto. |
45:2245 | Fanó | |
gran fanale di poppa delle galere capitane o che andavano in retroguardia ai tempi della Repubblica Veneta. |
47:2341 | Fenestra sula strada, su l'orto ecc. | |
che risponde, guarda sul... |
47:2342 | Fenestrer | |
finestraio o che fa le finestre o vetraio - La voce verer (o consafinestre) è ormai antiquata, non più usata, registrata dal Boerio, e corrispondeva a vetraio ossia a ohi fa e vende oggetti di vetro, a chi vende o rimette i vetri alle finestre e simili. |
48:2386 | Figarò | |
anello di forma speciale che il pescatore dava in dono alla sua fidanzata dopo l'anello - segno. |
48:2411 | Finta: far finta de no veder | |
far la gatta di Masino che chiudeva gli occhi per non vedere i topi |
49:2447 | Fogo in camin! ala larga! | |
«alla pentola che bolle, gatta non s'avvicina» - «Quando il naso fuma all'orso, non lo stuzzicare». |
49:2458 | Folpo da risi | |
così indica il nostro popolo i folpi quando hanno le uova che sono di forma o blunga, somiglianti in qualche modo al riso. |
49:2460 | Fondamenta | |
strade marginali che incassano i rivi e canali di Venezia. |
50:2533 | Fossina: ciapà a fossina | |
si dice di forestiero che dà poco guadagno all'albergatore. |
51:2554 | Franze: magna franze | |
dicesi volgarmente di un vagheggino che segue, corteggia le popolane, le quali portano scialli con frangia |
51:2558 | Fravo | |
fabbro ferraio, che, a differenza del magnano, fabbrica ferri di mestiere, zappe, vanghe, ecc. |
52:2584 | Frizata o frizada | |
quantità di pesce o d'altro che si può friggere in una sola volta - frittura. |
52:2624 | Furlana | |
Danza che si balla in due, presso i friulani, già di moda nella società borghese veneziana |
53:2634 | Gafaro | |
nome di una fondamenta e d'un ponte in parrocchia S. Pantaleone derivato dall'antica famiglia Gaffaro che ivi abitava. |
53:2657 | Galiota | |
«piccola galea, con un solo albero a vela ed a remi » - «piccola galea leggerissima che serviva per andare in corso». |
54:2690 | Ganzer | |
è colui che per guadagno avvicina e trattiene alle rive dei traghetti con un bastone armato di uncino, detto ganso, le gondole che trasportano persone tragittanti da l'una a l'altra riva d'un canale. |
54:2720 | Gastaldo ducale | |
era colui che dava il segno al carnefice per l'esecuzione della sentenza. |
55:2725 | Gati da pelar (torse) | |
darsi pensiero degli altrui pensieri; pigliarsi le brighe che non ci toccano. |
55:2771 | Giuffa o gagiuffa | |
denominazione della Ruga (v. ruga a S. Maria Formosa da S. Apollonia, che stendesi dal ponte di Canonica al campo Ss. Filippo e Giacomo (v. Tassini) (34). |
56:2782 | Gnegnè (esser un) | |
stenterello, finfino, smorfioso, che non sa dir bene due parole. |
56:2796 | Gobo de Rialto | |
così denominato un piedestallo o parte di colonna di granito egiziano, che sorge a S. Giacomo di Rialto: la piccola scala a cui si sale è sostenuta da una statuetta di Pietro da Salò curva sotto il peso che sostiene. |
56:2806 | Gorgon: San Gorgon, sete brentane e un brentanon | |
modo popolare di dire, usato specialmente dai contadini per significare che se nel 9 di Settembre in cui si commemora detto santo il tempo è cattivo, sarà pessimo l'autunno. |
57:2821 | Grandessona | |
dicesi di persona che si dà idee grandiose. |
57:2848 | Grela: grelada | |
graticci di vimini Grela: quantità di pesce che si può arrostire in una volta su una graticola . |
57:2849 | Grela: la grela che dise mal de la farsora | |
il galeotto che sparla del marinajo - andar dala grala ale bronze andar, di male in peggio. |
57:2861 | Gripola: | |
«o tripolo - sorta di pietra bianca tenera; (argilla tripolitana) che si polverizza e serve per lucidare gli utensili di rame». |
58:2869 | Grongo - gongo o gavonchio | |
(pesce che somiglia all'anguilla) |
58:2870 | Grongo | |
còsi chiamasi dai pescatori quella schiuma viscida che le anguille emettono dalla bocca. |
59:2935 | Imbovolar | |
inanellare, acchiocciolare; ricciare, dicesi dei capelli che si arricciano ad arte. |
60:2988 | Inanzolà: siestu inanzolà! | |
Tu sei un angelo! Che tu sia benedetto! |
61:3026 | Incorzerse in te'l tosser | |
v. saver (che ora che xe.) |
62:3102 | Intacà al peto | |
indozzato, che dà nel tisico. |
64:3160 | La boge! | |
interiezione volgare per esprimere con forza un sentimento d'indignazione che sta per prorompere. |
64:3172 | Lama co l'ocio | |
bandella femmina, quella che, vuota, riceve l'ago della compagna o dell'arpione |
64:3174 | Lama snodada | |
mastietto: è composto di uno o più anelli e d'un arpione incastrato in essi, per tenere congiunte le parti di qualche arnese che s'abbiano a ripiegare e volgere l'una sopra l'altra. |
64:3179 | Laorar: botega che laora | |
che vende, che guadagna molto |
65:3206 | Lassar: lassarse dei fruti | |
si dice delle pesche specialmente, e d'altre frutta che, raggiunto un giusto grado di maturità, si dividono con facilità colle mani o si aprono naturalmente. - Si esprime anche col |
65:3207 | Lassar: lassarse da l'osso | |
che figuratamente corrisponde a molarse da la riva - V. molar |
65:3221 | Latela de la pergola | |
cornicelli: traversa che si mette da capo dei bronconi, su per la quale si diramano le viti. |
65:3230 | Lavezeri o consalavezi | |
href=spiegazioni.php#Note38>(38) operai che rappezzavano arnesi di rame e racconciavano le stoviglie con filo. Unirono durante la Repubblica Veneta, la loro «arte» con quella dei caldereri - V. caldereri. |
65:3231 | Lavezo | |
laveggio, specie di vaso di terra per cuocere vivande che si usa in alcuni luoghi invece di pentola. |
66:3246 | Lengua: xela una lengua! | |
Che lingua! |
66:3287 | Libro (scuri o porte a) | |
imposte di finestre o di usci che si chiudono a guisa di libro |
67:3300 | Limela | |
stomachino - specie di animella che sta attaccata alla milza ed al fegato. |
67:3350 | Luganegher | |
salsicciajo, che fa e vende soltanto salsicce e salumi - v. anche biavarol e formager. |
68:3353 | Lugiadega (ua) | |
uva lugliatica (che matura in Luglio) v. ua. |
68:3379 | Macaisso | |
dà l'idea generica di depresso, compresso, cedevole, se si potesse inventare un termine italiano corrispondente, che non esiste, sarebbe: ammaccaticcio |
68:3385 | Macaroni | |
In italiano «maccheroni» corrisponde invece alla pasta di farina di grano distesa sottilmente in falde o strisce lunghe, accartocciata e cotta nell'acqua. I più chiamano maccheroni i cannonciotti di mezzana grandezza che noi denominiamo caneloni se più lunghi, subioti se più corti |
68:3386 | Macaroni: spetar che i macaroni casca in boca | |
aspettare che le lasagne piovano in bocca; si dice dei peritosi e fiacchi che non si sforzano punto a conseguire il loro fine |
68:3387 | Macaroni: ciaro come l'acqua dei macaroni | |
e cioè, torbido come quell'acqua; usato anche figuratamente per indicare ció che si distingue, si vede o si intende poco. |
69:3402 | Magiolera | |
arnese di metallo che contiene ravvolto, il filo di cera. |
69:3431 | Magnar: come la magnemo? | |
a che giuoco giochiamo? |
70:3447 | Malcanton | |
località di Venezia in parrocchia S. Pantalone, così detta perchè formata da una stretta svolta pericolosa al viandante o perchè nel sec. IV si sarebbe commesso un assassinio che fu causa delle inimicizie fra Castellani e Nicolotti v. anche Nicoloti. |
70:3448 | Malcanton | |
località ch'ebbe il nome dalla poca sicurezza che vi trovavano i viandanti o di un ammutinamento di popolo avvenuto per questioni di esazione di decime parrocchiali. |
70:3456 | Malorsega: va in malorsega (invettiva) | |
Che il malanno ti colga! (usata dal popolo anche scherzosamente, con bonarietà, come eufemismo) v. anche a remengo |
70:3458 | Malpaga | |
così è chiamato un rio e ponte a S. Barnaba dal soprannome dato a Fantino Michiel che ivi aveva edificato un palazzo. |
71:3492 | Manega: quel che no va in busto va in manega | |
(fig.) quel che non va nelle maniche va nei gheroni |
71:3500 | Manego: el ga ingiotìo el manego dela scoa | |
ha nelle reni Palinuro, (quasi abbia un palo nelle reni, che non lo lasci chinare e salutare) |
71:3502 | Manego: el secio va tanto al pozzo ch'el ghe lassa el manego | |
tanto va la gatta al lardo che vi lascia lo zampino |
71:3503 | Manego: ghe vol el soramanego | |
manca il più, ciò che più importa; occorre il meglio |
72:3536 | Marangona | |
così fu denominata quella tra le campane di S. Marco che suonava a disteso al levare del sole, invitando gli operai dell'Arsenale e gli artieri tutti al lavoro, molti dei quali erano anticamente marangoni costituiti, per la maggior parte, in «arte» |
73:3562 | Marezana | |
parte del tetto del fiume che resta scoperto dall'acqua - v. grave. |
73:3566 | Margarota (capa) | |
cappa che si pesca nelle paludi di Marghera |
73:3567 | Margarota | |
barca da regata, vogata da sei barcaiuoli che seguiva le bissone v. bissone |
73:3568 | Margariteri | |
lavoranti di pallottoline di vetro smaltato d'ogni tinta, che si chiamavano margherite - artefici che tagliano le canne di vetro per farne margarite - negozianti e venditori di siffatte margarite. |
73:3578 | Maria: Siora Maria, de tola | |
si dice ancora, fra il popolo, per motteggio d'una femmina che sia magra, insulsa |
73:3591 | Maron (far) | |
esser scoperti, smascherati in un'impresa, spesso non buona, che si voleva restasse segreta. |
75:3678 | Menaressa | |
agguindolatrice, che forma la matassa sull'arcolajo o guindolo. |
76:3747 | Messiar el la missia | |
si dice anche figuratamente riferendosi a persona che insista troppo sulle stesse idee o cose - v. masenar. |
76:3748 | Missier | |
titolo che si dava ai Santi, al Doge, ai procuratori di S. Marco, al proprio padre, a persone degne di alto onore |
76:3749 | Missier grando | |
o anche semplicemente missier era il “capo bargello„ o “capitan grande„ capo dei birri che in origine dev'essere stato un personaggio illustre nell'ordine dei cittadini |
77:3774 | Molar: molarse | |
parlando di terreno che cede, ammollarsi, franare. |
77:3789 | Molinelo - (far tria a) | |
diciamo nel giuoco della tavola a mulino (v. tria) quando le pedine, o tavolette di uno dei due giuocatori sono impostate in modo che ad ogni mossa si compone la tria, onde l'avversario perde ogni volta una pedina, e quindi, senza riparo la partita |
77:3792 | Molo | |
(sost.) - con significato generico - riparo di grossa muraglia che si fa ai porti contro l'impeto del mare - con signif. locale: quel tratto della nostra Riva degli Schiavoni, in fondo alla Piazzetta che va dal giardinetto reale al ponte della paglia |
77:3799 | Molomo: Sior Momoleto dale vogie | |
si dice specialmente dei ragazzi che hanno ed esprimono voglie di frequente. |
78:3811 | Montar: presto la ghe monta e presto la ghe passa | |
acqua che corre non macina più |
78:3832 | Moro | |
(pesce) specie di raia che può talvolta raggiungere il peso di 70 chilogrammi. |
78:3837 | Morter | |
Chiamasi volgarmente la vecia del morter la nota scultura rappresentante una vecchia che affacciandosi alla finestra urta e fa cadere sulla strada un mortaio (43). |
79:3850 | Mozza | |
umile barca tozza che serviva a traghettare. |
79:3876 | Murazzi | |
muraglioni di macigni fatti erigere dalla Repubblica veneta lungo una gran parte del litorale che da Pellestrina si estende fino al di là di Chioggia per tenere riparate le lagune dall'azione del mare. |
79:3889 | Museto salsicciotto | |
specie di salame che per lo più si mangia lessato. |
80:3912 | Nanarela | |
suol dirsi di donna che nel camminare imita l'anitra: quasi anitrella. |
81:3948 | Navesela | |
navicella; piccolo stromento per lavoro a rete; recipiente per incenso usato nelle cerimonie religiose; orna- mento che le donne di qualche contado portano agli orecchi. |
81:3950 | Nembaizza | |
uragano, tempesta orribile: dicesi anche per - nembo imminente o cielo infruscato e tonante che minaccia la tempesta |
81:3951 | Nembaizza: Se ingropa una nembaizza | |
maniera metaforica che vale: il tempo comincia a rabbuffarsi - minaccia una tempesta, si avvicina un uragano. |
81:3954 | Nena: dopo che l'ho dà a nena no l'ho più visto | |
maniera popolare che vale: non lo vidi mai in vita mia, non lo conosco |
81:3955 | Nena: E quei dela Nena? | |
e gli anni della balia? È questa la domanda che si rivolge in tono di scherzo a chi vuol nascondere un'età molto superiore a quella dichiarata. |
81:3966 | Niar: niaro | |
uovo che si lascia persegno nel nido delle galline. |
82:3993 | O | |
lettera vocale dell'alfabeto che presa in forza di sostantivo è mascolino |
83:4043 | Olivo benedeto | |
palmizio che si distribuisce in piccoli rami la settimana santa. |
83:4046 | Ombra: esser l'ombra de Nino | |
rifer. ad importuno che si caccia sempre tra i piedi. |
84:4082 | Orbo: quel che çerca l'orbo | |
quel che appunto si desiderava, si voleva |
84:4130 | Osela | |
specie di medaglia d'argento del valore di soldi 32 ½ - lire 3 e soldi 18 veneti (poi aumento di valore) che sotto la Repubblica veneta si, distribuivano nel giorno di S. Barbara dal doge a tutti i patrizii che avevano voto nel Maggior Consiglio; il doge A. Grimani la sostituì al dono di uccelli uccisi a caccia |
85:4151 | Ossocollo | |
specie di salsiccione che mangiasi crudo a fette, fatto di carne porcina. |
85:4181 | Palagremo | |
(che suona paragremium) - paralembo: specie di grembiule che i bottegai ed i guatteri portono al davanti, allacciato alla cintura, per difendere i panni. |
86:4190 | Palo (restar al) | |
si dice di donna che non piglia marito |
86:4202 | Pàmpano | |
viticcio, capriuolo (tralcio di viti che si avviticchia inanellandosi) - pampino |
87:4238 | Pandolo | |
confortino; specie di pasta dolce o biscottino intriso di burro e zucchero, di forma oblunga che si inzuppa nel caffè, latte ecc. |
87:4241 | Panela da viscio | |
paniuzza; fuscelletto impaniato che si adatta su vergelli (vergoni) per pigliare gli uccelli. |
87:4250 | Pantasso | |
entragno, feccia: cibo non ancora digerito che trovasi negli intestini |
87:4262 | Papafigo | |
(termine marinaresco) - gabbiozzo (l'albero che porta la gabbia e la vela dell albero di gabbia). |
88:4280 | Parada | |
l'atto del tragittare da un canale all'altro da parte del gondoliere e il prezzo che ne riceve. |
88:4283 | Parangon | |
drappo di seta - denominazione d'una calle di Venezia - Rialto dove si fabbricavan codeste stoffe che per la loro finezza e perfezione si chiamavano appunto di paragone. |
88:4308 | Passagia | |
chiudenda; quella chiusa che si fa negli orti, o riparo con siepe. |
88:4314 | Passarin: far un passarin | |
(giuoco) fare una passata, cioè arrischiare di rispondere con una carta inferiore che potrebbe essere presa da altra superiore |
89:4324 | Patacheo | |
vivanda grossolana che si vende ancora a Burano, e a Chioggia, composta di farina, mele, noci e mandorle. |
89:4325 | Patacon | |
grossa moneta di rame href=spiegazioni.php#Note48>(48) - macchia d'olio o di grasso che sia in un vestito o simile (ital. - frittella). |
89:4332 | Patela dele braghesse | |
toppa, parte della brachetta - pendolina che copre lo sparato della parte anteriore. |
89:4346 | Peater | |
chiattaiuolo, o barcaiuolo che voga in piatta e il proprietario di questa. |
89:4352 | Pegola: de che pegola! | |
di che pezza; di quale portata! |
90:4379 | Peneto (zucaro) | |
zucchero pennito ritenuto un emolliente per la laringe, che si vendeva fino a pochi anni fa nelle drogherie. |
90:4384 | Penoti | |
pelurie - le prime penne che mettono gli uccelli. |
90:4386 | Peocéra: se ga roto la peocéra | |
modo volg. rifer: ad un avaro che ad un tratto si mostra generoso. |
90:4413 | Peroli | |
(sorta d'orecchini che portano le donne di contado) - campanelle |
91:4457 | Petar: petevelo! | |
(modo volgare) tenetevelo per voi, non so che farne! |
92:4468 | Petola id. de lana | |
palmello; lana bioccolata e corta, che s'ammonta nei denti del pettine, quando si fa lo stame |
92:4481 | Petorina | |
pezzo di terreno che in laguna sporge dalle barene. |
92:4496 | Piaga de Piero pinzon | |
piaga che si guarisce colla saliva. |
93:4550 | Pieta: pietina | |
orlo (punta sopra una tela che si ripiega) |
93:4556 | Pignol: pignoleti (far i) | |
far pepe o pizzo: accozzare insieme tutti i cinque polpastrelli, cioè le estremità delle dita, il che si fa per giuoco o per attenuare una sensazione di freddo soffiando sulle dita stesse. |
93:4560 | Pimpirimpara - (polvere de) | |
polvere immaginaria che i saltimbanchi e giuocolieri fingevano nascondesse un segreto. |
94:4574 | Piriar | |
scomettere a favore più d'un giuocatore o d'una combinazione di giuoco che d'altri. |
94:4613 | Pola | |
pollone, polloncello, tallo, rampollo o ramicello che mettono gli alberi, che si può riporre o ripiantare. |
94:4617 | Polegia | |
pulena: fig. umana o d bestia, che si mette scolpita sopra il tagliamare in una nave o bastimento. |
95:4633 | Pomo: I xe un pomo spartio | |
(rif: a due persone che molto si somigliano) - son due goccie da non perdere nulla. |
95:4661 | Pontar el remo | |
termine usato dai barcajuoli per indicare il movimento che questi tanno collo scopo di mandare avanti una barca spingendo colla pundel remo sul fondo del canale o fiume; ciò essi fanno quando non v'è acqua bastante per vogare, o quando la barca è molto grossa e l'acqua non troppo profonda permette che così possa farsi. |
96:4676 | Ponto | |
punto, segno, termine, estremità. - Quel brevissimo spazio che occupa il cucito, che si fa in una tirata d'ago e si distingue in: |
96:4696 | Portà | |
(agg.) per - inclinato disposto verso una cosa che ha tendenza a... |
96:4697 | Porta dela Carta | |
porta del palazzo ducale, così chiamata perchè di fianco all'ingresso erano collocati alquanti cancelli o scrivanie per uso dei così detti balotini che scrivevano consigli e tuttociò che riguardava il servizio dei reggimenti. |
97:4727 | Prete: El prete che procura per el zago | |
dà a bere al prete, che il chierico ha sete. |
97:4731 | Promission ducal | |
il complesso delle leggi che frenavano l'autorità del doge. |
98:4802 | Racola: Che racola! | |
Che faccenda! - Che bagatella! - oppure: che ciarliero! |
99:4850 | Rasa | |
raggia o resina che si ottiene dalle incisioni fatte sulla scorza di varie specie di pini |
100:4863 | Rassada | |
Dicesi da noi per ischerzo all'ultimo dei figli nati in gran numero, od a fanciullo pretensionoso che si voglia mortificare anche scherzando. |
100:4865 | Rassarola | |
raspa, radimadia, trusmento di ferro col quale si raschia la pasta che rimane appiccicata alla madia. |
100:4868 | Ratina | |
panno accotonato o saie rovescie: pannolano che ha il pelo arricciato con ricciolini quasi staccati l'uno dall'altro. |
100:4879 | Rebalta | |
ribalta - strumento o sportello che apre e chiude la botola. |
100:4884 | Rebater | |
grilletto o linguetta metallica (detta anche piombè) che, stuzzicata, manda il suono |
100:4886 | Rebecar | |
rimbeccare o rimbeccarsi; si usa quando parlasi di due persone che garriscano fra di loro - bisticciarsi; (fig.) bezzicarsi. |
100:4891 | Rebondolar | |
accartocciarsi o incartocciarsi (dicesi dell'orlo delle vesti corte o sottane che si avvolge a guisa di cartoccio o di rotolo e che dà impaccio. |
100:4892 | Reboto | |
forte di suola; pezzo di cuoio che si mette dentro e fuori dalla parte posteriore dello stivale dove si ferma lo sprone. |
101:4893 | Rebufo | |
specie di piccolo o minuto lavoro d'intaglio che si fa all'estremità d'un angolo per renderlo meno acuto. |
101:4914 | Recioni | |
gonfiezza delle parotidi che si manifesta talvolta nell'uomo e nel cavallo. |
101:4924 | Redurse su un ponte | |
ridursi alla miseria, all'accattonaggio che, a Venezia, per lo più si esercita dai ponti. |
102:4950 | Re Magi | |
Cosi s'indicano a Venezia le tre statue di legno che per otto giorni, dal Giovedì dell'Ascensione, ad ogni ora girano intorno alla Madonna della torre dell'orologio |
102:4951 | Re Magi: el me par un remagio | |
si dice di un semplicione duro, impalato, che non proferisce parola - v. anche Alipio. |
102:4967 | Render: l'è pan che se rende | |
quel che è fatto è reso. |
102:4974 | Resbogo o risbogo: Vegnir una cosa de risbogo | |
venir di sovvallo - si dice di cosa che viene senza spesa, e per lo più da godersi in brigata; dicesi ancora per indicare cosa che viene da via obliqua od equivoca. |
103:5015 | Riva | |
così si denomina a Venezia quella scalinata che dal margine d'una fondamenta porta al canale; riva si dice anche ad un tratto di alcune fondamente lungo il canale, come : Riva dei Sciaoni, del vin, del carbon, ecc. |
104:5047 | Ronchizar o ronfar: el ronchiza ch'el par un violon | |
ruzza che pare un ghiro, un orso. |
104:5054 | Rosada | |
rugiada; guazza - umor acqueo, che cade la notte e sull'alba dal cielo nei tempi sereni della stagione temperata e della calda - v. anche brósa |
104:5064 | Rosegoto | |
torso o torsolo che rimane di alcune frutta dopo d'aver intorno levata la polpa |
104:5072 | Rosta | |
(coll'o largo) steccaja, pescaja, riparo o sostegno che si fa nei fiumi per rivolgere il corso delle acque a molini od a simili edifizii |
104:5075 | Rosto: Questo xe un bon rosto! | |
(fig.) questo è un inganno, una truffa, una giunteria: una persona o cosa che non dà alcun vantaggio. |
105:5081 | Rucola | |
Nel parlar fam. fig. agg. a donna che si presta come intermediaria in avventure di facili amori. |
105:5084 | Rumar | |
grufolare; prop. il ruzzolare o ruspare che fanno i porci col grifo e l'alzarlo e spingerlo innanzi grugnendo |
106:5115 | Saco de bóte (coll'o aperto) | |
(fig.) dicesi di uomo vile che si lascia bastonare - carnaiuolo da pesca; calamita delle bastonate |
106:5116 | Saco de ossi | |
ossaccia senza polpe; triste fascio d'ossa (dicesi per ischerno, di persona soverchiamente magra, o di cosa che è ridotta senza alcun valore o sostanza. |
106:5145 | San Marco | |
(per forza) - modo di dire veneziano, riferendosi a cosa che si è costretti a fare. |
107:5156 | Santo: Santi novi cassa i veci | |
s'adora il sole che nasce |
107:5160 | Santolo: varda el santolo o varda l'oseleto | |
maniere che tendono allo stesso fine di allettare i bimbi e fanciulli, richiamando la loro attenzione verso qualche punto. |
107:5168 | Saraca | |
pesce di mare che si conserva come le aringhe |
108:5199 | Savii | |
Erano i principali magistrati che tenevano conferenze giornaliere (V. Consulta) che nel tempo delle vacanze esercitavano l'ufficio dei senatori - Altri Savii avevano attribuzioni diverse. |
108:5210 | Sbalà | |
Abbiamo pure in ital. il participio passato del verbo sballare che può riferirsi anche al giuocatore quando, perde per avere passato i punti stabiliti, per termine di giuoco. |
108:5236 | Sbater: la ghe sbate | |
modo di dire volgare per accennare a persona che ha fame. |
109:5261 | Sbiego o camufo sbiego | |
(sost.) - pezzo di stoffa qualunque, tagliato in sbieco, raddoppiato e disteso, cucito nella parte superiore, a pie' d'un abito: se questo pezzo è più largo, non doppio e cucito anche nella parte inferiore si chiama pedana: la qual parola, oltre ad altri significati, ha quello che in italiano corrisponde a «rinforzo di panno o di stoffa più ordinaria, che le donne mettono in fondo ai vestiti dalla parte di dentro». |
109:5263 | Sbocalon | |
sboccato, che ride sgangheratamente per futili motivi. |
109:5270 | Sbraghessar | |
padroneggiare, portare i calzoni (dicesi di donna che comanda all'uomo o come un uomo) - operare con petulanza. |
109:5272 | Sbragiar | |
sbraitare, far chiasso come un cane che abbaia. |
110:5320 | Scabeli | |
armadini che si tengono ai due lati del letto più vicini al guanciale. |
111:5325 | Scafa | |
pila dell'acquaio; propriam. quella pietra quadrangolare incavata intorno ai lati, sulla quale si rigovernano le stoviglie ed i vasi della cucina :detta pila è sormontata da un lato dal scolaor o colaor - scolatoio o colatoio: palchetto pendente su cui si pongono i piatti od altro ad asciugare; l'una e l'altro formano el secier che, secondo alcuni, corrisponde al solo scolaor |
111:5329 | Scafa da proa | |
cassa da cubie, specie di riparo dalla parte di prua per ricevere le ondate che entrano per le cubie. |
111:5332 | Spagioto | |
specie di gobio (gobius maculatus) che però non su pera mai la lunghezza di un pollice e mezzo. |
112:5379 | Scapinante | |
inserviente del cursore, dell'usciere, che cammini molto guadagnando poco e prestando umili servigi. |
113:5414 | Scartin | |
scarto; le dodici carte che non fanno giuoco, oltre le quaranta. |
113:5420 | Scataron | |
torso o torsolo (che rimane da frutti od erbaggi che si mondano). |
114:5468 | S-cieson (57) | |
bertuccione, bertuccia in zoccoli; famil, è detto ad un uomo che abbia capigliatura abbondante ed arruffata in modo da apparire brutto e ridicolo. |
115:5512 | Scondariole: zogar ale scondariole o a chi se vede, o a capanniscondere | |
gioco fanciullesco in cui uno si mette col capo in grembo ad un altro che gli tura gli occhi (e ciò si dice star sotto) ovvero si apparta in altro modo, mentre i compagni di gioco si vanno a nascondere, poi con un grido gli danno il segno affinchè possa andarli a cercare. - Dicesi fare anche a rimpiatterello o a rimpiattino. |
115:5532 | Scorezon, a | |
dicesi di persona dappoco e vana che si dà dell'aria, che vuol darsi autorità. |
116:5566 | Scozzon | |
quegli che comincia a cavalcare un cavallo non ancora avvezzo al freno. |
116:5574 | Scricolar: pan che scricola | |
pane che scroscia. |
118:5689 | Sesto: Che bel sesto! | |
(iron.) - Che sgarbato! Che sgraziato! Bel modo! |
119:5705 | Sfogio: el ga un per de sfogi! | |
si dice scherzevolmente d'uno che ha piedi molto grandi e piatti. |
120:5798 | Si: me par de sì | |
mi sembra che si |
121:5817 | Siestu benedeto! | |
Che tu sia benedetto. |
121:5819 | Sievolo: arzentin | |
cefalo novello che conserva un bell'argento |
121:5820 | Sievolo: da comagna o da zatara | |
cefalo che si piglia nella laguna con rete di sottilissimo lino: si dice da comagna perchè lo si pesca quando è in pastura (co 'l magna) |
121:5821 | Sievolo: da bon o da rio | |
cefalo di buono o di cattivo budello, cioè che ha digerito o no il suo pasto |
121:5822 | Sievolo: bodolo o bodoleto | |
cefaletto che noa oltrepassa un anno: ha la testa acuminata |
121:5825 | Sievolo: boseghin | |
cefalo d'un anno, ma di forma più grossa e più corta del caostelo, con testa rassomigliante a questo; ha una lista nericcia che va dalla testa alla coda, lungo il dorso |
121:5827 | Sievolo: lotreganiolo | |
cefalo di varietà diversa dal botolo e che di un mese circa lo oltrepassa di grandezza |
122:5853 | Sinquantar - o çinquantar | |
voce che sarebbe derivata - da - cinguettare ossia ciarlare stucchevolmente |
122:5854 | Sinquantar | |
ma significa più comunemente andar cercando con cura ciò che non si trova; da ciò il motto interrogativo: “cossa andeu sinquantando?„ - a che vi date briga di parlare, di fare, senza possibile risultato? |
122:5859 | Sioreto | |
benestante: iron. - che si dà l'aria del signore. |
122:5872 | Slambricio | |
striscia mal fatta o mal tagliata o non buona, di carne che sia piena di nervi od ossa. |
122:5882 | Slargar: slargarse dala riva | |
scostarsi dalla riva, spingersi al largo - fig. far più che non si suole. |
123:5940 | Soler o solaro | |
solajo, piano orizzontale che serve di palco fra due appartamenti. |
124:5962 | Soran o soranelo | |
bue giovane che ha più d'un anno. |
124:5969 | Sorbola: Che sorbola! | |
Che bazza! |
124:5973 | Sorze | |
sorcio; topo casalino: non è il mus rattus come vorrebbe il Boerio, che ha dimensioni assai maggiori, ma il mus musculus. |
124:5993 | Spalari dele livree | |
spallaccio; ornamento che pende dalle spalle dei servi |
125:6042 | Spesseghin | |
che acciapina, affretta il suo lavoro. |
125:6044 | Spetar: speta mi! | |
Vedrai cio che farò! |
128:6174 | Staza | |
staggio - bastone che regge le reti da uccellare. |
128:6185 | Stoco (far un) | |
dare lo scrocchio, ciò che si fa dando trista mercanzia a credenza e ripigliandola con pochissimo. |
128:6202 | Stomegoso | |
(agg.) che ispira avversione o ripugnanza; stomacoso - smorfioso. |
129:6221 | Strafaroso | |
(agg.) dicesi di persona che esagera la sua operosità e il modo di dimostrarla. |
129:6261 | Strazza: esser fora dele strazze | |
essere fuori dalle fasce; dicesi, di bambino che è uscito dal tempo in cui viene fasciato |
130:6280 | Strolegar: strolegarse i capeli, e vestiti | |
caricarsi di ornamenti che non si confanno. |
133:6416 | Taca: sospeti che no taca o: no la taca | |
sospetti che non hanno valore, infondati |
133:6427 | Tachente | |
agg.: a materia viscosa - fig.: rifer. a persona che con facilità impegna chi non ne ha voglia in discorsi e questioni. |
133:6443 | Tacomaco | |
taccamacca: specie di cerotto medicinale che si appicca fortemente a qualche parte muscolare del corpo. |
134:6468 | Bò: lai de dentro | |
e cioè il lato del coscione che riesce alla parte interna ossia a quella non esposta alla luce |
134:6471 | Bò: nombolo | |
lombata, parte che contiene i lombi o uno dei lombi |
134:6483 | Bò: bonigolo | |
ombelico e tutta la parte carnosa che lo circonda |
134:6487 | Bò: schena (e fondo de) | |
l'unione delle vertebre che compongono la schiena della bestia da macello |
134:6493 | Bò: modegal o colo | |
parte carnosa che unisce la testa col busto e che termina col fondo de schena, ossia coll'unione delle vertebre della schiena. |
135:6543 | Taser: meter in taser | |
abbuiare, far che non se ne parli più; farla finita |
136:6554 | Tato | |
scioccherello, che bamboleggia |
136:6559 | Tavela | |
mezzana, per ammattonare i pavimenti; pianella che si adopera nei coperti. |
137:6617 | Teragio | |
terraglio o terrapieno - Strada regia che conduce da Mestre a Treviso. |
137:6624 | Terza (campana de) | |
tocco, ad ora varia che invitava i magistrati a seduta; ora si suona alle nove del mattino dalla torre di S. Marco. |
137:6636 | Testa: no saver dove bater la testa | |
non sapere dove dar di capo, a quale partito appigliarsi, a che santo votarsi. |
138:6663 | Tirar (o magnar) carne de colo | |
allungare il collo: si riferisce all'amante che attende a lungo l'affacciarsi della donna amata alla finestra |
138:6692 | Tocar de quei | |
(modo famigliare) - somigliare a quelli che |
139:6715 | Tofete | |
lo stesso che tunfete. |
139:6733 | Tolè suso! | |
raccogliete! - fig.: raccogliete ora ciò che vi spetta, che meritate! |
140:6770 | Tor: torlo come che la vien | |
prendere quello che viene; prendere il mondo come capita |
141:6822 | Tremariola | |
tremolio, tremor, tremarella - parletico, ossia quel tremore che hanno i vecchi nel capo e nelle mani, spesso più continuato ma meno intenso del tremore |
141:6841 | Triper | |
ventraiuolo, che lava o vende le trippe o ventri. |
141:6849 | Tronco | |
agg. che si aggiunge a partic. o sostant. - p. e.: imbriago tronco - fradicio |
142:6860 | Turco: esser come un turco ala predica | |
non capir nulla di ciò che altri dicono. |
143:6909 | Valesana | |
giacca usata dai cacciatori di valle del nostro Estuario e da alcuni barcaiuoli - imbarcazione leggera (sandalo) che si voga da uno solo, a due remi incrociati, specialmente dai pescatori di Burano e in generale dai valligiani e da ciò: vogar ala valesana, ala buranela. |
143:6912 | Valesin | |
porta valigia: così chiachiamati in qualche paese del basso veneto i procaccia che che vanno da un paese all'altro |
143:6934 | Vardar: no farse vardar adrio | |
non dar da dire o da parlare di sè; non dar occasione che se ne parli |
144:6941 | Varè, che gran cosse! | |
Guardate che meraviglia! |
144:6947 | Varoter | |
pellicciaio, vaiaio, così detto da vaio, specie di pelle del vaio che è un animale simile allo scoiattolo (72). |
145:7020 | Ventresini | |
così si chiamava una volta la ventresca - e anche oggi talvolta per ventresini de porco si intende quella falda di grasso e magro, con cotenna, che si estrae dalla pancia del maiale vicina al lardo; corrisponderebbe alla ventresca ossia alla pancia del tonno, nella parte più grassa o più morbida. |
146:7037 | Verleto | |
barletto (strumento di ferro per tener fermo sul banco il legno che si lavora dagli intagliatori). |
147:7087 | Vida latariol | |
femminella - quel ramicello che nasce dal fusto vecchio della vite. |
147:7093 | Vin cargo de color | |
vino coperto, che abbonda di materia colorante |
147:7095 | Vin che copa | |
che pela l'orso |
147:7129 | Viver de aria | |
di sogni, non aver di che vivere |
148:7142 | Vogia de laorar saltime adosso! | |
si dice di uno che non ha voglia di far nulla. |
149:7188 | Zabalar | |
Da alcuni con questa parola s'indica non solo l'atto del tartagliare o balbettare, ma anche il camminare di chi ha le gambe storte e che perciò si chiama: sabalon. |
149:7194 | Zago: El prete che procura per el bago | |
dà a bere al prete, che 'l chierico ha sete; si dice quando alcuno chiede per altrui ciò che vorrebbe per sè. |
149:7203 | Zane | |
Zane è il cognome di famiglia patrizia veneziana, che fondò la Chiesa di S. M. M. Domini |
149:7218 | Zapar: Par ch'el zapa sui vovi | |
sembra ch'ei calchi l'uova (dal modo incerto irresoluto di abbassar il piede camminando); par che abbia i piedi di piombo |
151:7298 | Zoba: setimana dei tre zoba | |
settimana che non giungerà mai. |
151:7304 | Zoco dela campana | |
cicogna; legno che bilica la campana |
152:7345 | Zogia: morir cola zogia | |
significa: morire celibe o nubile; espressione derivata dall'uso di deporre sul cuscino che sta sopra la bara un diadema falso che indica come l'estinto racchiuso nel feretro non avesse contratto vincolo matrimoniale |
152:7349 | Zogolo o ziogolo | |
zimbello formato da più uccelli legati per allettare gli uccelli che si vogliono prendere. |
152:7352 | Zonciada | |
giuncata, felciata - latte rappreso che si mangia - cibo saporito, soave. |