Pg:Rec | Venetian Dialect | | Standard Italian |
1:8 | A brazzacolo | |
abbraccioni (butarse a) - gettare il braccio al collo ad alcuno. |
3:135 | Altro - no ti xe bon da altro che da... | |
non sei da altro che da... non riesci ad altro che ad... |
6:298 | Ari - no dir ari, ne stari | |
non preavvertire ; ad un tratto. |
6:306 | Armadura | |
sostegno, impalcatura, o palco su cui stanno i muratori per lavorare intorno ad una fabbrica; bertesca. |
7:351 | Avanzadelo o avanzadin | |
attempatello, (rifer. ad età). |
9:428 | Balarin | |
ogg. vacillante, incerto, oscillante (rifer. spec.: a stato di salute e ad interesse). |
11:550 | Batipalo | |
Il bracciante tirando una lunga corda, da cui pende un grosso maglio, e poi lasciandola cadere di peso sul palo che vuol piantare sull'acqua, accompagna per conservarlo, all'unissono il movimento col ritmo della cantilena: batipalo eh! la quale si ripete ad ogni caduta regolata dal maglio sul palo. |
14:663 | Bissona | |
barca ad otto remi artisticamente e riccamente addobbata che s'ammira nei pubblici cortei o ricevimenti e specialmente nelle regate; lunga 36 piedi veneti. |
18:891 | Brustolin: che brustolin! | |
voce scherzosa per accennare ad un freddo frizzante. |
21:1000 | Caena: meter le barche in caena | |
specie di punizione che s'infligge dall'autorità comunale ad un gondoliere o barcaiuolo, la quale consiste nel tener incatenata la barca per un certo tempo a sospensione del servizio. |
24:1174 | Cantin (fig.) | |
accennare ad un noto argomento. |
25:1228 | Capo de contrada | |
guardia che fino al 1866 fu dal governo austriaco preposto a far osservare regolamenti di pulizia urbana e ad invigilare sulla quiete della propria contrada o parrocchia. |
28:1345 | Castron | |
(fig.) nel senso dispregiativo di girellalo (agg. ad uomo) - v. corlo |
28:1362 | Cavaleta (far la) | |
saltare dinanzi ad uno |
30:1460 | Ciapar un ano de preson | |
essere condannato ad un anno di carcere |
33:1628 | Contentin | |
ripicco, aggiunta ad una bevanda |
34:1690 | Corte bandia | |
casa e tavola pronta ad accogliere amici e conoscenti |
35:1724 | Cotola: star tacà ale cotole (fig.) | |
starsene spesso vicino ad una donna - starsene sommesso alla volontà della madre, della moglie, ecc. |
35:1741 | Crecola | |
strumento di legno (adoperato per gioco dai fanciulli), che contiene una linguetta metallica la quale, strofinata intorno ad una ruota dentata girante, produce un suono simile al canto della crecola. |
38:1902 | Dar daghe, daghe! o dai dai! | |
dagli, dagli! modi coi quali si eccita alcuno a dare addosso ad altri, percuoterli e simili |
38:1908 | Dar: | |
Talvolta dai, dai serve anche di semplice eccitamento o stimolo ad uno perchè si scuota si muova, si risolva a qualche cosa |
39:1910 | Dar id. a una cosa | |
mettersi con fervore intorno ad una cosa, affaccendarvisi intorno, rendere, più intenso e rapido il lavoro |
39:1915 | Dar: darse le man atorno | |
ricercare con ogni mezzo, affrettarsi a riuscire ad un fine. |
42:2127 | Dolfin | |
delfino (pesce) detto anche fig. ad uomo gibboso. |
43:2170 | Drian: sarò drian de ti | |
così dice talvolta un barcaiolo ad un altro quando si propone di seguirlo nelle volte o turni delle barche, dei traghetti. |
48:2418 | Fiorentina | |
lucerna, d'ottone, ad olio, usata nei tempi andati a Venezia. |
51:2553 | Franze (far le) | |
sfrangiare ossia - fig.: far malignamente un commento od un'appendice ad un discorso |
51:2560 | Fregar: fregarse drio a quachedun | |
fregarsi ad uno od attorno ad uno. |
51:2564 | Fregola: esser per la fregola | |
mirare ad un guadagno sia pure meschino |
52:2626 | Fusta | |
piccola galea ad un solo albero dove si tenevano precariamente i condannati. |
59:2935 | Imbovolar | |
inanellare, acchiocciolare; ricciare, dicesi dei capelli che si arricciano ad arte. |
67:3326 | Logar una puta, una tosa | |
dar marito ad una fanciulla. |
69:3394 | Macia: far gropo e macia | |
fare due cose ad un tempo |
72:3516 | Manin | |
maniglio, armille, è formato di lunghe fila d'oro colle quali le popolane ancor oggi si adornano il collo - monile di Venezia. Nome dato ad un palazzo a Rialto dove abitò l'ultimo doge. |
73:3564 | Marezelo o marezela: far i marezeli o le marezele | |
far dondolare la barca in modo da produrre intorno ad essa l'effetto del mar agitato. |
76:3764 | Molar | |
(fig.) - cedere, assentire, rinunziare ad un'opposizione |
77:3789 | Molinelo - (far tria a) | |
diciamo nel giuoco della tavola a mulino (v. tria) quando le pedine, o tavolette di uno dei due giuocatori sono impostate in modo che ad ogni mossa si compone la tria, onde l'avversario perde ogni volta una pedina, e quindi, senza riparo la partita |
78:3831 | Moro: Vien qua moro! | |
(modo affettuoso o scherzoso o ironico di invitare una persona ad avvicinarsi a noi) - Ehi tu! avvicinati, buon uomo! |
82:3989 | Nuar a barbusseto | |
dicesi di chi nuota appoggiando il mento ad una tavola galleggiante, ultimo esperimento di chi imprende a nuotare còlla tavola prima d'abbandonarla |
83:4046 | Ombra: esser l'ombra de Nino | |
rifer. ad importuno che si caccia sempre tra i piedi. |
87:4236 | Panciana | |
(agg. ad uomo) - sballone, bubbolone |
87:4239 | Pandolo | |
(fig. rifer. ad uomo) - balordo, stordito, goffo, tempellone. |
88:4309 | Passar - davanti e indrio a un logo | |
fare la passata dinanzi ad una casa, aggirarsi intorno ad essa |
90:4386 | Peocéra: se ga roto la peocéra | |
modo volg. rifer: ad un avaro che ad un tratto si mostra generoso. |
90:4393 | Pepolo | |
(agg.) - rifer. ad uomo o ad animale - nano; molto basso di statura. |
91:4456 | Petar: petarghela o pusarghela a qualchedun | |
(modo volgare) - metersi ad aggravio od a danno di qualcuno |
92:4471 | Petola o petolo o petuzzo | |
si dice per vezzo ad un fanciullino grazioso; in altro signif.: magrino, mingherlino, di bassa statura. |
92:4486 | Pevarin | |
agg. (fig.) impertinente, paragonato ad un granellino di pepe. |
93:4528 | Píe: dar in tei pie | |
dar fra i piedi ad alcuno, avvenirsi in alcuno - v. dar |
93:4542 | Piera da bando | |
specie di piedestallo o cilindro di porfido, su cui, durante il governo della repubblica veneta saliva il banditore per pubblicare a suon di tromba, ad alta voce gli editti |
98:4770 | Quagia: Se casca el mondo se copa tute le quagie | |
si dice scherzosamente a chi oppone ostacoli, anche imprevedibili, ad un'impresa |
101:4926 | Refar: refarse sora la broca | |
compensarsi ad usura; soprappigliare. |
102:4950 | Re Magi | |
Cosi s'indicano a Venezia le tre statue di legno che per otto giorni, dal Giovedì dell'Ascensione, ad ogni ora girano intorno alla Madonna della torre dell'orologio |
103:5015 | Riva | |
così si denomina a Venezia quella scalinata che dal margine d'una fondamenta porta al canale; riva si dice anche ad un tratto di alcune fondamente lungo il canale, come : Riva dei Sciaoni, del vin, del carbon, ecc. |
105:5082 | Ruga | |
(franc. rue) dicevasi a Venezia ad una strada caseggiata, calle o strada; come tuttora si conserva nelle denominazioni di: ruga rialto, ruga giuffa, ruga dei do pozzi, ecc. - v. giuffa. |
105:5093 | Ruspio o ruspion | |
(fig.) rifer. ad uomo burbero. |
106:5118 | Sagrin: sagrina | |
chiamasi la carta lavorata ad imitazione del sagri o zigrino. |
106:5130 | Salizzada | |
vie più larghe di Venezia, prime ad essere lastricate (54). |
107:5180 | Sareza: L'amico sareza | |
detto fam. il compare; per ischerzo, come per denotare un tale di cui s'è tenuta poco prima parola; talora dicesi ironicamente per alludere ad un cattivo soggetto |
109:5261 | Sbiego o camufo sbiego | |
(sost.) - pezzo di stoffa qualunque, tagliato in sbieco, raddoppiato e disteso, cucito nella parte superiore, a pie' d'un abito: se questo pezzo è più largo, non doppio e cucito anche nella parte inferiore si chiama pedana: la qual parola, oltre ad altri significati, ha quello che in italiano corrisponde a «rinforzo di panno o di stoffa più ordinaria, che le donne mettono in fondo ai vestiti dalla parte di dentro». |
109:5267 | Sbolognar | |
sbrigarsi, disimpacciarsi d'una cosa addossandola ad altri, appioppare. |
111:5325 | Scafa | |
pila dell'acquaio; propriam. quella pietra quadrangolare incavata intorno ai lati, sulla quale si rigovernano le stoviglie ed i vasi della cucina :detta pila è sormontata da un lato dal scolaor o colaor - scolatoio o colatoio: palchetto pendente su cui si pongono i piatti od altro ad asciugare; l'una e l'altro formano el secier che, secondo alcuni, corrisponde al solo scolaor |
111:5349 | Scala: su per scala e zo per corda | |
maniera famil. per alludere ad un impiccato |
114:5468 | S-cieson (57) | |
bertuccione, bertuccia in zoccoli; famil, è detto ad un uomo che abbia capigliatura abbondante ed arruffata in modo da apparire brutto e ridicolo. |
115:5509 | Scondagna: far scondagne o far fufignessi o laorar de scondon | |
far cose di solito non buone, ad insaputa altrui: fare agguatelli, fare a chetichelli. |
115:5512 | Scondariole: zogar ale scondariole o a chi se vede, o a capanniscondere | |
gioco fanciullesco in cui uno si mette col capo in grembo ad un altro che gli tura gli occhi (e ciò si dice star sotto) ovvero si apparta in altro modo, mentre i compagni di gioco si vanno a nascondere, poi con un grido gli danno il segno affinchè possa andarli a cercare. - Dicesi fare anche a rimpiatterello o a rimpiattino. |
118:5676 | Servir da zane e da buratin | |
servire ad ogni comodità e capriccio |
121:5846 | Simia: far el simia a una | |
far la corte ad una donna |
127:6143 | Stangherlon o stangon | |
v. stanga (rifer. ad uomo). |
127:6147 | Star a tuto | |
aver mantello ad ogni acqua, cimiero ad ogni elemento |
131:6328 | Su: meter su uno | |
incitare, provocare ad ira, ad offesa |
132:6395 | Svodar | |
vuotare, sgombrare, trasportare un liquido da un recipiente ad altri, o nell'acqua. |
134:6463 | Tagiar tabari | |
tagliar le legna addosso ad uno |
136:6575 | Tegnir drio a qualchedun | |
codiare, pedinare, tenere l'occhio di tro ad uno od a qualche cosa |
137:6624 | Terza (campana de) | |
tocco, ad ora varia che invitava i magistrati a seduta; ora si suona alle nove del mattino dalla torre di S. Marco. |
143:6932 | Vardar: no vardar in tel muso nessun | |
gittare il ginocchio tondo, non aver riguardo a niuno: trattare con ognuno ad un modo |