Pg:Rec | Venetian Dialect | | Standard Italian |
2:63 | A tagio te lo dago a tagio | |
è un modello, me ne fo garante :rifer. spec. a persona di cui si può giudicare con certezza, (anche ironicamente). |
4:155 | Ana | |
Anna, Don Ana che spassiza per el portego - la fame si fa sentire - equivale a: la sbate. |
5:234 | Andar per tresso | |
di traverso, dicesi anche del cibo quando si annoda nell'esofago. |
6:305 | Arlotti | |
così si denominavano le maniche amplissime delle vesti, che giungevano fino a terra. |
7:332 | Asià (pesce) | |
specie di squalo ;plagiostoma ben noto. I più grandi si chiamano arquilà, le femmine grosse o pregne: smoche - porta lo stesso nome degli acanthias. |
8:379 | Bacalà | |
baccalà, baccalare (asellus o nasello :gadus morhua) la cui qualità migliore chiamasi volgarmente ragno - Merluzzo o nasello (gadus merluccius) è un'altra specie di baccalà più piccolo proveniente dai mari del Nord, pure disseccato - Stochfis - stoccafisso o pesce bastone, così si chiamano la morhua e il gadus merluccius ora accennati. Oltre alle suddette due specie vengono pure preparati e mangiati sotto lo stesso nome i pesci detti da noi :lovo molo e mormora, raccolti in mari, dove si trovano di grandezza molto maggiore che da noi. - Bertagnin è un merluzzo di varia grandezza ma più di sovente piccolo, disseccato e salato. |
8:385 | Bacaro | |
vino meridionale, o anche il luogo dove si vende. |
9:459 | Baosete | |
(far) far bau bau o baco baco, con intenzione scherzosa ai bambini, coprendosi e scoprendosi il volto, nell'atto che si pronunzia bao, poi sete. |
10:462 | Barababao o babao | |
babao o babau demonio - voce scherzosa che incute o che si vorrebbe incutesse paura ai bambini. |
10:485 | Barcariol | |
barcaiuolo, gondoliere. Il barcaiuolo a Venezia si distingue in batelante - burcier - gondolier - peater : veggasi la distinzione sotto le rispettive voci. |
10:501 | Baronzolo | |
lembo di camicia ch'esce dall'apertura posteriore dei calzoni dei bambini :in tal caso si dice : el mostra el baronzolo - ha rubato la tovaglia all'oste. |
11:550 | Batipalo | |
Il bracciante tirando una lunga corda, da cui pende un grosso maglio, e poi lasciandola cadere di peso sul palo che vuol piantare sull'acqua, accompagna per conservarlo, all'unissono il movimento col ritmo della cantilena: batipalo eh! la quale si ripete ad ogni caduta regolata dal maglio sul palo. |
12:565 | Bazoto | |
tra sodo e tenero :si dice di uovo, ma si applica anche a persone di debole salute. |
13:645 | Bisantini | |
rotellina o piastrella d'oro o d'orpello, detti anche lustrini che si usano anticamento d'alcune vesti : trassero il nome da Bisanzio. |
14:684 | Bocolo | |
Si offriva nella festa di. S. Marco dal giovine innamorato alla sua fidanzata, ora la consuetudine è quasi abbandonata. |
15:705 | Bogiazza | |
bollichio, bollicamente d'un fluido molle come cosa che bolle: si dice anche del catarro che non può espettorarsi. |
16:786 | Branzin | |
pesce - lupo (labrax lupus) ,finchè è piccolo si chiama baicolo. |
19:935 | Busa del leto | |
covolo, avvallamento che si fa nel letto giacendovi. |
20:947 | Busia dele onge | |
pipita: squammetta secca che si solleva dalla cute alla base delle unghie. |
21:995 | Caco: robe che se usava ai tempi di Marco Caco; | |
cose che si usavano anticamente. |
21:1014 | Cai | |
si chiamavano così i Capi di alcuni Consessi sovrani della Repubblica veneta. |
21:1027 | Calcagno: l'amor ghe xe andà in tei cal- cagni | |
l'amore gli si è spento, se n'è annoiato (così dicesi anche d'altri sentimenti). |
22:1042 | Calegher - (scuola del) | |
formavano un'arte nel 1300 - raccoglievansi nella chiesa della Carità - si contavano 350 botteghe. |
22:1050 | Caligo: El s'ha perso in tei caligo | |
egli è andato in dileguo; non lo si vede più: andò non si sa dove. |
23:1135 | Canestro | |
recipiente di vimini di forma rotonda in cui a Venezia si suol porre il pesce in vendita. |
23:1140 | Canocia | |
canocchia (squilla mantis) si dice vodo come una canocia di chi è affamato e smilzo (23). |
26:1239 | Caragol longo de laguna | |
(conchiglia edula) si piglia nella laguna |
26:1240 | Caragol longo de mar | |
quasi uguale al precedente, ma si piglia in mare |
26:1264 | Caregoto da fioi | |
predellino, sedia alta a bracciuoli, chiusa per dinanzi, sulla quale si mettono i bambini v. seleta e cariolo. |
26:1271 | Cariolo o spassizo dei fioi | |
carretto di legno, con quattro girelle, dove si mettono i bambini perchè imparino a camminare a Firenze detto: andarino. |
28:1367 | Cavaleto ponte, (albergo del) | |
località fra Piazza di S. Marco e San Gallo, dove si crede che sostassero col loro cavallo persone arrivate nel centro di Venezia. |
28:1368 | Cavali | |
furono usati a Venezia sino alla fine del 1400 in cui si cominciò a costruire ponti di pietra: vi erano le relative stalle fra cui una credesi vicina alla Piazza di S. Marco v. cavaleto. |
30:1429 | Cheba | |
così si denomina una piccola nassa di rete. |
30:1439 | Ciacolar de tuto | |
sfringuellare a Firenze, e a Siena si usa ciabare per chiaccherare senza proposito, uggiosamente. |
30:1469 | Ciapo | |
allacciatura fatta in modo che mai si allunghi o si restringa; serve per legare un palo, od altro. |
30:1471 | Ciara come le bone persone | |
scherzosamente si dice di liquido troppo diluito, leggero, specialmente del caffè |
30:1472 | Ciara come el lissiasso | |
si dice pure scherzosamente di liquido molto torbido e figuratamente di questione o di idea confusa, talvolta ambigua - equivoca, sospetta, alterata. |
31:1503 | Ciovere | |
Vasti tratti di terreni e prati interni dove, dopo la tintura, si asciugavano i pannilini (26). |
32:1562 | Cola de pesce | |
ittiocolla o specie di colla che si estrae da alcune parti di varii pesci e più spesso dal colpesce e dallo storione |
32:1568 | Colarina | |
nel signif. di: cravatta o corvatta. fazzoletto, striscia o simile pezzo di drappo che si aggiusta intorno al solino della camicia. |
32:1578 | Colomba: scavezzo in colomba | |
dicesi di persona mal formata, di corpo difettoso e che si piega e si dimena nel camminare. |
32:1587 | Coltreri | |
coltricciaj. - si radunavano in corporazioni nella chiesa di S. Bartolomeo coi fustagneri sotto il patrocinio della Invenzione della S. Croce. |
34:1653 | Copin | |
capocollo del maiale che si prepara in modo speciale, condito con sale e droghe. |
36:1752 | Crivelo | |
nel signif. it di crivello ma anche in quello di arnese dove si pongono gli ami per la pesca. |
36:1756 | Crognolo | |
nel successivo: sporgenza dell'articolazione ossea della mano fra il metatarso e il dito, che si osserva traverso la pelle stringendo il pugno |
37:1852 | Da par mio, alla me par | |
pari a me, al pari di me, qual si conviene a me. |
38:1902 | Dar daghe, daghe! o dai dai! | |
dagli, dagli! modi coi quali si eccita alcuno a dare addosso ad altri, percuoterli e simili |
38:1908 | Dar: | |
Talvolta dai, dai serve anche di semplice eccitamento o stimolo ad uno perchè si scuota si muova, si risolva a qualche cosa |
39:1960 | Decgrazia | |
grazie al Cielo! Che ringrazi il Cielo! Può essere contento! - corrispondendo al deogratias ultima frase della Messa, deo grazia, si usa come esclamazione che esprime chi è soddisfatto d'aver bene e finalmente compiuta qualche azione od impresa. |
42:2087 | Diluvio da osei | |
diluvio da caccia, (specie di vasta rete che ha nel mezzo un sacco in cui si fanno cadere gli uccelli, specialmente le passere mattugie) (seleghete megiarole). |
42:2101 | Dir: se dise per dir | |
si parla a caso, per uso, per modo di dire |
43:2142 | Don' Anna spasiza per el portego | |
(gergo) la fame si fa sentire |
43:2170 | Drian: sarò drian de ti | |
così dice talvolta un barcaiolo ad un altro quando si propone di seguirlo nelle volte o turni delle barche, dei traghetti. |
44:2177 | Ducato | |
ducato, battuto per la prima volta nel 1661 - moneta che durante la Repubblica Veneta si distingueva dal « ducato corrente» - perchè il ducato effettivo o d'argento del peso di carati 109, grani uno valeva lire otto e il «corrente» lire sei e soldi quattro. «Il ducato di banco» era moneta ideale e valeva lire una e soldi dodici e il «ducato da olio» lire sei e soldi diciannove. C'era anche il 1/2 e 1/4 (G. Boerio). |
44:2207 | Erbaroli (Arte dei) | |
si riuniva per concessione fattale di un altare, nella Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, |
45:2234 | Falar: Chi fala de testa, paga de borsa | |
«Chi erra in fretta, a bell'agio si pente» |
49:2478 | Fontegheri | |
fonticaj (arte dei) - Si raccoglievano nella chiesa di S. Silvestro, poi di S.Apollinare, dove avevano pure la tomba. |
50:2509 | Formenton | |
Così si chiamava nel secolo 16° il grano saraceno; ora nel Veneto s'indica così il formentone o gran turco. |
50:2533 | Fossina: ciapà a fossina | |
si dice di forestiero che dà poco guadagno all'albergatore. |
50:2535 | Fosso: una in dosso e una in fosso | |
così si accenna a chi ha due camicie soltanto da scambiare |
52:2578 | Frezzeria | |
località di Venezia, dove si vendevano freccie da tirare al bersaglio. |
52:2584 | Frizata o frizada | |
quantità di pesce o d'altro che si può friggere in una sola volta - frittura. |
52:2596 | Frutarol | |
fruttivendolo. I frutaroli si riunirono in confraternita sino dal 1423: ebbero un oratorio sacro a San Giosafatte ed un ospizio di 19 camere: formarono poi una sol arte cogli erbaiuoli. Erano promotori di feste popolari. |
52:2614 | Furatola | |
antica bottega costrutta di legname, nella quale si vendevano commestibili. |
52:2624 | Furlana | |
Danza che si balla in due, presso i friulani, già di moda nella società borghese veneziana |
52:2626 | Fusta | |
piccola galea ad un solo albero dove si tenevano precariamente i condannati. |
53:2665 | Galota | |
dei preti: papalina - zucchetto. Quando copre gli orecchi si chiama reciera |
53:2669 | Galton | |
così i nostri barcaiuoli chiamano quella parte del remo ove finisce la parte allargata o pala e comincia el manego ossia ziron, il giglione o girone per cui si impugna il remo |
54:2670 | Galton: mal dei galtoni | |
si chiama il male degli orecchioni. |
54:2681 | Gamba: le gambe me fa Giacomo | |
mi si piegano |
55:2748 | Giacomo - (le gambe ghe fa) | |
le gambe gli si piegano |
55:2752 | Giandussa: se no se mor de cancro se mor da la giandussa | |
se non si muore d'una malattia, si muore d'un altra. |
56:2796 | Gobo de Rialto | |
così denominato un piedestallo o parte di colonna di granito egiziano, che sorge a S. Giacomo di Rialto: la piccola scala a cui si sale è sostenuta da una statuetta di Pietro da Salò curva sotto il peso che sostiene. |
56:2806 | Gorgon: San Gorgon, sete brentane e un brentanon | |
modo popolare di dire, usato specialmente dai contadini per significare che se nel 9 di Settembre in cui si commemora detto santo il tempo è cattivo, sarà pessimo l'autunno. |
57:2821 | Grandessona | |
dicesi di persona che si dà idee grandiose. |
57:2843 | Grave a'un fiume | |
renaj o ridossi; se formati anzichè d'arena, di sassi e ghiaie si chiamano: greto o ghiariccio e ghiareto. |
57:2848 | Grela: grelada | |
graticci di vimini Grela: quantità di pesce che si può arrostire in una volta su una graticola . |
57:2861 | Gripola: | |
«o tripolo - sorta di pietra bianca tenera; (argilla tripolitana) che si polverizza e serve per lucidare gli utensili di rame». |
59:2919 | Imbarcar: quà no se imbarca cuchi | |
(termine volgare) - qui non s'inganna nessuno; o non si vuol essere ingannati - V. anche cuco. |
59:2935 | Imbovolar | |
inanellare, acchiocciolare; ricciare, dicesi dei capelli che si arricciano ad arte. |
63:3122 | Intrante o entrante | |
prospero - rubizzo, vegeto, ferrigno, (si dice spec: dei vecchi). |
63:3125 | Intrezzà | |
si dice di persona ben tarchiata, fatticciona. |
65:3206 | Lassar: lassarse dei fruti | |
si dice delle pesche specialmente, e d'altre frutta che, raggiunto un giusto grado di maturità, si dividono con facilità colle mani o si aprono naturalmente. - Si esprime anche col |
65:3221 | Latela de la pergola | |
cornicelli: traversa che si mette da capo dei bronconi, su per la quale si diramano le viti. |
65:3231 | Lavezo | |
laveggio, specie di vaso di terra per cuocere vivande che si usa in alcuni luoghi invece di pentola. |
66:3287 | Libro (scuri o porte a) | |
imposte di finestre o di usci che si chiudono a guisa di libro |
67:3301 | Linaroli - (arte dei) | |
linajuoli, si riunivano nella chiesa di S. Apollonia e di san Filippo e Giacomo. |
67:3340 | Lovo | |
(pesce) merluzzo o lupo marino o nasello; si mangia piccolo e fresco - v. bacala. |
67:3342 | Lovo: se el lovo no me magna | |
se un grave ostacolo non mi si frapponga... |
68:3379 | Macaisso | |
dà l'idea generica di depresso, compresso, cedevole, se si potesse inventare un termine italiano corrispondente, che non esiste, sarebbe: ammaccaticcio |
68:3386 | Macaroni: spetar che i macaroni casca in boca | |
aspettare che le lasagne piovano in bocca; si dice dei peritosi e fiacchi che non si sforzano punto a conseguire il loro fine |
68:3387 | Macaroni: ciaro come l'acqua dei macaroni | |
e cioè, torbido come quell'acqua; usato anche figuratamente per indicare ció che si distingue, si vede o si intende poco. |
70:3447 | Malcanton | |
località di Venezia in parrocchia S. Pantalone, così detta perchè formata da una stretta svolta pericolosa al viandante o perchè nel sec. IV si sarebbe commesso un assassinio che fu causa delle inimicizie fra Castellani e Nicolotti v. anche Nicoloti. |
70:3459 | Malvasia - (boteghe de) | |
botteghe ove si vendevano vini navigati e specialmente quello proveniente dalla Malvasia, città della Morea dove in gran quantità detti vini si commerciavano. |
71:3488 | Mandoler: mandoleri | |
venditori di mandorle, uniti in “arte„ cogli spezieri da grosso: si radunavano nella Chiesa di S. Matteo, presso la Chiesa di S. Apollinare |
72:3516 | Manin | |
maniglio, armille, è formato di lunghe fila d'oro colle quali le popolane ancor oggi si adornano il collo - monile di Venezia. Nome dato ad un palazzo a Rialto dove abitò l'ultimo doge. |
72:3548 | Marco: esser el tesoro de S. Marco | |
espressione usata in significato iperbolico quando talvolta si può indicare un possesso di valore inestimabile |
73:3566 | Margarota (capa) | |
cappa che si pesca nelle paludi di Marghera |
73:3568 | Margariteri | |
lavoranti di pallottoline di vetro smaltato d'ogni tinta, che si chiamavano margherite - artefici che tagliano le canne di vetro per farne margarite - negozianti e venditori di siffatte margarite. |
73:3573 | Maria: S. Maria dei Miracoli | |
(Chiesa) si cominciò nel 1580. |
73:3578 | Maria: Siora Maria, de tola | |
si dice ancora, fra il popolo, per motteggio d'una femmina che sia magra, insulsa |
73:3583 | Mariegola | |
matricola: libro in cui stavano scritte le leggi sistematiche delle Confraternite e delle Corporazioni delle «arti» era di pergamena e avoria, pregiata di magnifiche miniature. Dal 1213 codeste confraternite si posero sotto il patrocinio di un Santo di Venezia. |
73:3591 | Maron (far) | |
esser scoperti, smascherati in un'impresa, spesso non buona, che si voleva restasse segreta. |
74:3612 | Marzer | |
L'«arte» dei merciaj risale al 900; si radunavano nella chiesa di San Daniele e di San Giuliano. |
76:3747 | Messiar el la missia | |
si dice anche figuratamente riferendosi a persona che insista troppo sulle stesse idee o cose - v. masenar. |
76:3748 | Missier | |
titolo che si dava ai Santi, al Doge, ai procuratori di S. Marco, al proprio padre, a persone degne di alto onore |
77:3789 | Molinelo - (far tria a) | |
diciamo nel giuoco della tavola a mulino (v. tria) quando le pedine, o tavolette di uno dei due giuocatori sono impostate in modo che ad ogni mossa si compone la tria, onde l'avversario perde ogni volta una pedina, e quindi, senza riparo la partita |
77:3792 | Molo | |
(sost.) - con significato generico - riparo di grossa muraglia che si fa ai porti contro l'impeto del mare - con signif. locale: quel tratto della nostra Riva degli Schiavoni, in fondo alla Piazzetta che va dal giardinetto reale al ponte della paglia |
77:3799 | Molomo: Sior Momoleto dale vogie | |
si dice specialmente dei ragazzi che hanno ed esprimono voglie di frequente. |
78:3821 | Morer | |
gelso i cui frutti si chiamano more. |
79:3854 | Muci | |
(esclamazione con cenno per far tacere) - zitto! silenzio! - In italiano significa la voce con cui si chiama il gatto |
79:3873 | Munega | |
arnese di legno, intelaiato, a cui si applica uno scaldino e si mette nel letto per iscaldarlo. |
79:3876 | Murazzi | |
muraglioni di macigni fatti erigere dalla Repubblica veneta lungo una gran parte del litorale che da Pellestrina si estende fino al di là di Chioggia per tenere riparate le lagune dall'azione del mare. |
79:3883 | Muro grezo o cola prima marita | |
muro arricciato, a cui si è dato la prima mano o crosta della calcina - v. calçina |
79:3889 | Museto salsicciotto | |
specie di salame che per lo più si mangia lessato. |
81:3951 | Nembaizza: Se ingropa una nembaizza | |
maniera metaforica che vale: il tempo comincia a rabbuffarsi - minaccia una tempesta, si avvicina un uragano. |
81:3955 | Nena: E quei dela Nena? | |
e gli anni della balia? È questa la domanda che si rivolge in tono di scherzo a chi vuol nascondere un'età molto superiore a quella dichiarata. |
81:3963 | Netizia: far netizia | |
si dice anche nel significato di: portar via, far repulisti, consumare il suo o l'altrui, fare lo spiano. |
81:3966 | Niar: niaro | |
uovo che si lascia persegno nel nido delle galline. |
81:3984 | Notomia | |
(volg.) anatomia (Corte dela) denominazione di una corte a San Giacomo dall'Orio dove si aprì la prima scuola o teatro d'anatomia nel 1671: questa poi passò all'ospedale civile di Venezia e all'Università di Padova. |
83:4043 | Olivo benedeto | |
palmizio che si distribuisce in piccoli rami la settimana santa. |
83:4046 | Ombra: esser l'ombra de Nino | |
rifer. ad importuno che si caccia sempre tra i piedi. |
84:4082 | Orbo: quel che çerca l'orbo | |
quel che appunto si desiderava, si voleva |
84:4130 | Osela | |
specie di medaglia d'argento del valore di soldi 32 ½ - lire 3 e soldi 18 veneti (poi aumento di valore) che sotto la Repubblica veneta si, distribuivano nel giorno di S. Barbara dal doge a tutti i patrizii che avevano voto nel Maggior Consiglio; il doge A. Grimani la sostituì al dono di uccelli uccisi a caccia |
84:4134 | Oseliera | |
uccelliera (luogo dove si conservano vivi gli uccelli). |
86:4188 | Paleto | |
così si indica tuttora un piccolo palo dinanzi al quale i regatanti devono svoltare per giungere al punto d'arrivo. |
86:4190 | Palo (restar al) | |
si dice di donna che non piglia marito |
86:4202 | Pàmpano | |
viticcio, capriuolo (tralcio di viti che si avviticchia inanellandosi) - pampino |
86:4230 | Pana | |
crema, fior di latte; la parte più grassa del latte, dibattuta, leva in capo e si trasforma a guisa di neve: si chiama panna specialmente a Venezia ed a Firenze. |
87:4234 | Panariol | |
asse del pan; paniere - (tavola bislunga e spianata su cui si ripone il pane per portarlo al forno) |
87:4238 | Pandolo | |
confortino; specie di pasta dolce o biscottino intriso di burro e zucchero, di forma oblunga che si inzuppa nel caffè, latte ecc. |
87:4241 | Panela da viscio | |
paniuzza; fuscelletto impaniato che si adatta su vergelli (vergoni) per pigliare gli uccelli. |
87:4248 | Pantalon | |
Maschera veneziana rappresentante un mercante veneziano onesto, ma bonario e quindi preso talvolta di mira dagli ingannatori. Ne derivò il modo di dire molto diffuso: paga pantalon - paga il più minchione; o anche: paga il popolo perchè questo, troppo spesso, paga, tace e si rassegna |
88:4283 | Parangon | |
drappo di seta - denominazione d'una calle di Venezia - Rialto dove si fabbricavan codeste stoffe che per la loro finezza e perfezione si chiamavano appunto di paragone. |
88:4308 | Passagia | |
chiudenda; quella chiusa che si fa negli orti, o riparo con siepe. |
89:4324 | Patacheo | |
vivanda grossolana che si vende ancora a Burano, e a Chioggia, composta di farina, mele, noci e mandorle. |
89:4355 | Pegoloto: Pegoloti | |
si chiamavano anche i calafati (calafai); formavano una «arte». |
90:4379 | Peneto (zucaro) | |
zucchero pennito ritenuto un emolliente per la laringe, che si vendeva fino a pochi anni fa nelle drogherie. |
90:4386 | Peocéra: se ga roto la peocéra | |
modo volg. rifer: ad un avaro che ad un tratto si mostra generoso. |
91:4439 | Peston | |
(L'italiano pestone significa: pestello grande; strumento di legno col quale si batte e rassoda la terra alzando opere di fortificazione). |
92:4468 | Petola id. de lana | |
palmello; lana bioccolata e corta, che s'ammonta nei denti del pettine, quando si fa lo stame |
92:4471 | Petola o petolo o petuzzo | |
si dice per vezzo ad un fanciullino grazioso; in altro signif.: magrino, mingherlino, di bassa statura. |
92:4496 | Piaga de Piero pinzon | |
piaga che si guarisce colla saliva. |
93:4550 | Pieta: pietina | |
orlo (punta sopra una tela che si ripiega) |
93:4556 | Pignol: pignoleti (far i) | |
far pepe o pizzo: accozzare insieme tutti i cinque polpastrelli, cioè le estremità delle dita, il che si fa per giuoco o per attenuare una sensazione di freddo soffiando sulle dita stesse. |
94:4569 | Pipì | |
voce fanciullesca con cui si indicano i pulcini e i piccoli uccelli, dal loro pigolio |
94:4597 | Pitima | |
si dice famigl. per tentennone, seccafistole, cauterio |
94:4613 | Pola | |
pollone, polloncello, tallo, rampollo o ramicello che mettono gli alberi, che si può riporre o ripiantare. |
94:4617 | Polegia | |
pulena: fig. umana o d bestia, che si mette scolpita sopra il tagliamare in una nave o bastimento. |
95:4633 | Pomo: I xe un pomo spartio | |
(rif: a due persone che molto si somigliano) - son due goccie da non perdere nulla. |
96:4676 | Ponto | |
punto, segno, termine, estremità. - Quel brevissimo spazio che occupa il cucito, che si fa in una tirata d'ago e si distingue in: |
97:4717 | Pota marina | |
così si chiamano in generale tutte le meduse. |
97:4728 | Pretor | |
Nel governo veneto, così si chiamava il Podestà, distinto dai Prefetti, ossia dai Capitani. |
98:4770 | Quagia: Se casca el mondo se copa tute le quagie | |
si dice scherzosamente a chi oppone ostacoli, anche imprevedibili, ad un'impresa |
98:4775 | Quarantie | |
Così si chiamavano i tre supremi Consigli giudiziarii della Repubblica veneta formati di 40 giudici ciascuna - v. Pregadi. |
98:4780 | Quartarolo | |
un quarto di denaro; si pagava per il tragitto del canale di Rialto. |
99:4850 | Rasa | |
raggia o resina che si ottiene dalle incisioni fatte sulla scorza di varie specie di pini |
100:4855 | Raspa | |
ha comune coll'italiano il signif. di lima o scuffina, ma durante la Repubblica Veneta ebbe anche quello speciale di: libro su cui si registravano le sentenze criminali di ogni sorta; anche oggi per tradizione, alcuni chiamano: fede di raspa il certificato penale estratto dal casellario giudiziale. |
100:4863 | Rassada | |
Dicesi da noi per ischerzo all'ultimo dei figli nati in gran numero, od a fanciullo pretensionoso che si voglia mortificare anche scherzando. |
100:4865 | Rassarola | |
raspa, radimadia, trusmento di ferro col quale si raschia la pasta che rimane appiccicata alla madia. |
100:4886 | Rebecar | |
rimbeccare o rimbeccarsi; si usa quando parlasi di due persone che garriscano fra di loro - bisticciarsi; (fig.) bezzicarsi. |
100:4891 | Rebondolar | |
accartocciarsi o incartocciarsi (dicesi dell'orlo delle vesti corte o sottane che si avvolge a guisa di cartoccio o di rotolo e che dà impaccio. |
100:4892 | Reboto | |
forte di suola; pezzo di cuoio che si mette dentro e fuori dalla parte posteriore dello stivale dove si ferma lo sprone. |
101:4893 | Rebufo | |
specie di piccolo o minuto lavoro d'intaglio che si fa all'estremità d'un angolo per renderlo meno acuto. |
101:4914 | Recioni | |
gonfiezza delle parotidi che si manifesta talvolta nell'uomo e nel cavallo. |
101:4924 | Redurse su un ponte | |
ridursi alla miseria, all'accattonaggio che, a Venezia, per lo più si esercita dai ponti. |
102:4951 | Re Magi: el me par un remagio | |
si dice di un semplicione duro, impalato, che non proferisce parola - v. anche Alipio. |
102:4969 | Rengo | |
arringo - luogo in cui si promulgavano le sentenze della Repubblica Veneta. |
102:4974 | Resbogo o risbogo: Vegnir una cosa de risbogo | |
venir di sovvallo - si dice di cosa che viene senza spesa, e per lo più da godersi in brigata; dicesi ancora per indicare cosa che viene da via obliqua od equivoca. |
103:4988 | Restar per semenza come le zuche | |
restare per indice - (si dice di chi non vuole o non può correre la fortuna comune) |
103:5015 | Riva | |
così si denomina a Venezia quella scalinata che dal margine d'una fondamenta porta al canale; riva si dice anche ad un tratto di alcune fondamente lungo il canale, come : Riva dei Sciaoni, del vin, del carbon, ecc. |
104:5037 | Roda: Che roda da molin! | |
si dice di chi parla a lungo senza stancarsi |
104:5072 | Rosta | |
(coll'o largo) steccaja, pescaja, riparo o sostegno che si fa nei fiumi per rivolgere il corso delle acque a molini od a simili edifizii |
105:5081 | Rucola | |
Nel parlar fam. fig. agg. a donna che si presta come intermediaria in avventure di facili amori. |
105:5082 | Ruga | |
(franc. rue) dicevasi a Venezia ad una strada caseggiata, calle o strada; come tuttora si conserva nelle denominazioni di: ruga rialto, ruga giuffa, ruga dei do pozzi, ecc. - v. giuffa. |
106:5115 | Saco de bóte (coll'o aperto) | |
(fig.) dicesi di uomo vile che si lascia bastonare - carnaiuolo da pesca; calamita delle bastonate |
106:5117 | Sagrin | |
zigrino o sagri - pelle di pesce spinello (squalus canicula, squalus squatina) con cui si ricoprono gli astucci ed altrì oggetti; ora è pelle di pecora, di capretto o di vitello giovane, con cui si fanno anche scarpe |
106:5145 | San Marco | |
(per forza) - modo di dire veneziano, riferendosi a cosa che si è costretti a fare. |
107:5164 | Saor | |
sapore o savore - Salsa di cipolle fritte, d'aceto e d'uva, colla quale si condiscono talvolta pesci come: sogliole, sardelle, ecc. |
107:5168 | Saraca | |
pesce di mare che si conserva come le aringhe |
108:5200 | Savogiardo | |
biscotto fatto con fior di farina, zucchero e uova; specie di pasta reale, diverso dal pan de spagna solo perchè questo si taglia a fette, ed a forma rettangolare anzichè ovoidale. |
109:5261 | Sbiego o camufo sbiego | |
(sost.) - pezzo di stoffa qualunque, tagliato in sbieco, raddoppiato e disteso, cucito nella parte superiore, a pie' d'un abito: se questo pezzo è più largo, non doppio e cucito anche nella parte inferiore si chiama pedana: la qual parola, oltre ad altri significati, ha quello che in italiano corrisponde a «rinforzo di panno o di stoffa più ordinaria, che le donne mettono in fondo ai vestiti dalla parte di dentro». |
109:5265 | Sbofio | |
tangoccio - si dice spesso di donna sformata dalla pinguedine od anche da vesti allentate, troppo larghe. |
110:5282 | Sbrindolo | |
Si dice anche di bambinello, fanciullino - alto come un soldo di cacio |
110:5303 | Sbrodegon: xe sbrodego | |
si dice anche di luogo impantanato, lordo, sudicio |
110:5320 | Scabeli | |
armadini che si tengono ai due lati del letto più vicini al guanciale. |
111:5324 | Scachio | |
Si dice anche di recipienti di legno e spec. di botti e botticelle, quando sono risecche. |
111:5325 | Scafa | |
pila dell'acquaio; propriam. quella pietra quadrangolare incavata intorno ai lati, sulla quale si rigovernano le stoviglie ed i vasi della cucina :detta pila è sormontata da un lato dal scolaor o colaor - scolatoio o colatoio: palchetto pendente su cui si pongono i piatti od altro ad asciugare; l'una e l'altro formano el secier che, secondo alcuni, corrisponde al solo scolaor |
111:5338 | Scagneto | |
si chiama anche l'ultimo camerino a poppa d'una nave. |
111:5358 | Scalfaroti | |
scarpe di feltrelli (si pongono d'inverno, sopra le scarpe ordinarie o in luogo di queste per riparare i piedi dal freddo. |
113:5420 | Scataron | |
torso o torsolo (che rimane da frutti od erbaggi che si mondano). |
114:5470 | S-ciocar o s-ciochizar | |
schioppettare, crepitare, schioccare; dicesi anche della frusta (scurìa) quando si agita con forza e dei baci |
114:5494 | Scoazzera | |
Per scoazzera intendesi a Venezia anche un chiuso quadrato di muro, senza tetto e aperto da un lato, dove si ammonticchiavano le spazzature delle vie; o anche una grossa barca su cui vengono trasportate le spazzature fuori di città. |
115:5510 | Scondariole: el sol fa le scendariole | |
il sole fa a capo nascondere; si vela di tratto in tratto |
115:5512 | Scondariole: zogar ale scondariole o a chi se vede, o a capanniscondere | |
gioco fanciullesco in cui uno si mette col capo in grembo ad un altro che gli tura gli occhi (e ciò si dice star sotto) ovvero si apparta in altro modo, mentre i compagni di gioco si vanno a nascondere, poi con un grido gli danno il segno affinchè possa andarli a cercare. - Dicesi fare anche a rimpiatterello o a rimpiattino. |
115:5532 | Scorezon, a | |
dicesi di persona dappoco e vana che si dà dell'aria, che vuol darsi autorità. |
116:5545 | Scorza dele semenze | |
follicolo, boccello; seliquo e gagliuolo dicesi al guscio in cui nascono e si conservano i granelli dei fagiuoli, dei piselli ecc. |
116:5553 | Scorzaria (da scorzo) | |
concia: luogo dove si conciano le pelli. |
117:5635 | Semenza (restar una) | |
si dice di ragazzo di debole costituzione fisica - v. scheo e fregola. |
117:5644 | Senése | |
rezzuola con cui si pigliano i pesci litorali come: muggini o cefali, orate, mormore, sogliole. |
118:5673 | Serpa | |
serpe, cassetta della carrozza su cui siedono i servitori; si chiama semplice cassetta quando vi siede il cocchiere. |
119:5704 | Sfogio del poro | |
meno ricercato della solca vulgaris; si pesca da Giugno a Ottobre |
119:5705 | Sfogio: el ga un per de sfogi! | |
si dice scherzevolmente d'uno che ha piedi molto grandi e piatti. |
120:5798 | Si: me par de sì | |
mi sembra che si |
121:5820 | Sievolo: da comagna o da zatara | |
cefalo che si piglia nella laguna con rete di sottilissimo lino: si dice da comagna perchè lo si pesca quando è in pastura (co 'l magna) |
122:5854 | Sinquantar | |
ma significa più comunemente andar cercando con cura ciò che non si trova; da ciò il motto interrogativo: “cossa andeu sinquantando?„ - a che vi date briga di parlare, di fare, senza possibile risultato? |
122:5859 | Sioreto | |
benestante: iron. - che si dà l'aria del signore. |
122:5882 | Slargar: slargarse dala riva | |
scostarsi dalla riva, spingersi al largo - fig. far più che non si suole. |
124:5982 | Sotopanza | |
cinghiatura, parte del corpo d'un cavallo dove si pone la cinghia. |
124:5989 | Spadaria | |
fra San Giuliano e calle larga S. Marco dove, durante la Repubblica veneta, si fabbricavano spade (61). |
126:6105 | Squaquara | |
poltiglia, motticcio - Si dice specialmente del melone quand'è troppo maturo ed insipido. |
126:6111 | Squeieri | |
Erano uniti coi bocaleri; si riunivano nella chiesa dei Frari sotto il patrocinio di S. Michele. |
126:6113 | Squero | |
piccolo cantiere dove si fabbricano barche, anche piccole come: battelli e gondole. (63) |
127:6120 | Stadereri | |
fabbricatori di bilancio e stadere - Si univano coll'«arte» dei fabri nella chiesa di S. Moisè. |
127:6139 | Stanga da rede da osei | |
staggio: quel bastone su cui si reggono le reti |
128:6185 | Stoco (far un) | |
dare lo scrocchio, ciò che si fa dando trista mercanzia a credenza e ripigliandola con pochissimo. |
128:6190 | Stomeghin | |
agg.: si dice di chi per ogni piccola cagione dia segno, con leziosaggini, di disgusto, di turbamento di stomaco. |
129:6219 | Strafanto | |
vale come: strafanisso o strafaniccio; si rifer. talvolta anche a persona di bassa statura, mingherlina - v. anche strufignoto. |
130:6280 | Strolegar: strolegarse i capeli, e vestiti | |
caricarsi di ornamenti che non si confanno. |
131:6319 | Stufo del bon tempo | |
gli fa male la gamba sana; si lagna del brodo grasso |
131:6355 | Supiar | |
soffiare, buffettare - mantacare (quando si soffia col mantaco) |
133:6443 | Tacomaco | |
taccamacca: specie di cerotto medicinale che si appicca fortemente a qualche parte muscolare del corpo. |
134:6467 | Bò: lai sutilo | |
parte del quarto posteriore più vicino alla costata, href=spiegazioni.php#Note65>(65), se vi è unita una lista di carne del ventre; quando il taglio è privo di due liste si chiama: tagio da rosbiff o da rosbraff |
135:6510 | Vedelo: osso buso | |
osso buco - taglio di carne fra il girello e il soccoscio; si stacca dal quarto posteriore dell'animale, dove termina il lucertolo. |
135:6525 | Tapizier | |
I tapizieri uniti coi seleri (scellai) e coi bolsieri (valigiai) si staccarono nel 1370 dall'«arte» dei merciai; e si radunarono prima nella chiesa di S. Felice, poi di S. Gallo e di S. Fantino. |
136:6559 | Tavela | |
mezzana, per ammattonare i pavimenti; pianella che si adopera nei coperti. |
136:6572 | Tegnaizzo | |
tenacetto o alquanto tenace - si dice del pane vecchio - v. pan. |
136:6582 | Tegnir: no tegnir ponto | |
(si dice d'un vestito, della stoffa o della biancheria): non tener brano |
137:6624 | Terza (campana de) | |
tocco, ad ora varia che invitava i magistrati a seduta; ora si suona alle nove del mattino dalla torre di S. Marco. |
138:6663 | Tirar (o magnar) carne de colo | |
allungare il collo: si riferisce all'amante che attende a lungo l'affacciarsi della donna amata alla finestra |
139:6714 | Todaro: Sior Todaro brontolon | |
si dice di chi si lagna con facilità di tutti e di tutto, a somiglianza del personaggio protagonista di una commedia del Goldoni. |
140:6760 | Topo | |
nel signif. di: battello falcato o barca peschereccia di cui si servono i pescatori per il trasporto del pesce. |
140:6807 | Trasta | |
mezzo della barca - asse posto traverso la barca, su cui si può sedere. |
141:6839 | Tripa | |
busecchia. Si dà il nome di trippa al “rumen„ o panza, alla “cuffia„ ed al “libro„ “l'abomaso o quaglio„ si chiama manega, e penini i piedi dei castroni. (A. Ninni. Giunte e correzioni, ecc.) |
141:6840 | Tripa: aver la tripa o esser un tripon | |
si dice di persona grassa bracata, molto panciuta. |
141:6849 | Tronco | |
agg. che si aggiunge a partic. o sostant. - p. e.: imbriago tronco - fradicio |
143:6909 | Valesana | |
giacca usata dai cacciatori di valle del nostro Estuario e da alcuni barcaiuoli - imbarcazione leggera (sandalo) che si voga da uno solo, a due remi incrociati, specialmente dai pescatori di Burano e in generale dai valligiani e da ciò: vogar ala valesana, ala buranela. |
144:6938 | Vardaroba | |
guardaroba, luogo della casa ove si conservano gli arnesi |
144:6964 | Vecio: Caro vecio! | |
espressione d'amicizia, come se si dicesse: caro amico, mio caro! |
144:6971 | Veder: no vedo l'ora | |
l'ora mi si fa un anno o mille dì; l'ora mi par cento |
145:7020 | Ventresini | |
così si chiamava una volta la ventresca - e anche oggi talvolta per ventresini de porco si intende quella falda di grasso e magro, con cotenna, che si estrae dalla pancia del maiale vicina al lardo; corrisponderebbe alla ventresca ossia alla pancia del tonno, nella parte più grassa o più morbida. |
146:7037 | Verleto | |
barletto (strumento di ferro per tener fermo sul banco il legno che si lavora dagli intagliatori). |
147:7090 | Vidon | |
fondello, pezzo riportato alla canna del serviziale, dove si mette il cannello del bossolo. |
147:7134 | Vogar indrio schena | |
vogare seduti come si faceva dai galeotti nelle galere |
148:7142 | Vogia de laorar saltime adosso! | |
si dice di uno che non ha voglia di far nulla. |
149:7188 | Zabalar | |
Da alcuni con questa parola s'indica non solo l'atto del tartagliare o balbettare, ma anche il camminare di chi ha le gambe storte e che perciò si chiama: sabalon. |
149:7194 | Zago: El prete che procura per el bago | |
dà a bere al prete, che 'l chierico ha sete; si dice quando alcuno chiede per altrui ciò che vorrebbe per sè. |
150:7230 | Zátare | |
lunga spiaggia o fondamenta ch'è posta nel sestiere di Dorsoduro, dirimpetto all'isola della Giudecca; si chiama anche: fondamenta dele zatare. |
150:7242 | Zemelo | |
gemello (forma dialettale più antica: zimolo da cui si ebbe il cognome di famiglie tuttora viventi. |
152:7349 | Zogolo o ziogolo | |
zimbello formato da più uccelli legati per allettare gli uccelli che si vogliono prendere. |
152:7352 | Zonciada | |
giuncata, felciata - latte rappreso che si mangia - cibo saporito, soave. |